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Aldaìr e la sindrome del cucciolo nuotatore
Ho dovuto affrontare varie malattie che affliggevano i miei animali ma una delle più strane indubbiamente è stata la sindrome del cucciolo nuotatore.
Al canile dove presto volontariato avevano portato, tenendolo come uno straccetto, un gattino nero con due occhioni meravigliosi, che non riusciva a stare in piedi.
Ovviamente al canile non ci sono i mezzi economici nè il tempo materiale per prendersi cura di casi come questo, per cui ho deciso di occuparmene io, forse rapita da quello sguardo dolce!
Quel tenero corpicino non riusciva a fare altro che strusciare il petto per terra e con le zampette si aiutava come appunto se stesse nuotando, però mangiava ed era comunque vitale.
Portato dal veterinario, la diagnosi è stata immediata: sindrome del cucciolo nuotatore.
Questa patologia porta inevitabilmente, vista la posizione, allo schiacciamento dello sterno con ovvie conseguenze. Ci sono poche possibilità se non si interviene con dei bendaggi e se non si fa cambiare spesso posizione al cucciolo, ma tutto ciò nei primissimi segnali della malattia.
Per lui forse era già troppo tardi e il veterinario mi consigliò di addormentarlo per evitargli inutili sofferenze. A meno chè io non fossi stata disposta a provare con tanta pazienza e amore ad aiutarlo.
Figuriamoci se mi arrendevo!
Come? Sicuramente tanta fisioterapia (ovvero muovere le zampette sia anteriori che posteriori come se stesse facendo una corsa o dei salti) e poi tenendolo con una garza sotto le ascelle farlo nuotare in una bacinella con acqua tiepida.
Tutto ciò il più possibile, dedicarsi tantissimo …. Il risultato è ottimo!
Quel gattino dagli occhi dolci ora è un bel gattone di 3 anni che salta e gioca con gli altri gatti e cani di casa, effettivamente ha un andamento leggermente buffo ma ciò fa di lui quel gatto unico che è!
Al canile dove presto volontariato avevano portato, tenendolo come uno straccetto, un gattino nero con due occhioni meravigliosi, che non riusciva a stare in piedi.
Ovviamente al canile non ci sono i mezzi economici nè il tempo materiale per prendersi cura di casi come questo, per cui ho deciso di occuparmene io, forse rapita da quello sguardo dolce!
Quel tenero corpicino non riusciva a fare altro che strusciare il petto per terra e con le zampette si aiutava come appunto se stesse nuotando, però mangiava ed era comunque vitale.
Portato dal veterinario, la diagnosi è stata immediata: sindrome del cucciolo nuotatore.
Aldaìr, gattino con la sindrome del cucciolo nuotatore
Per lui forse era già troppo tardi e il veterinario mi consigliò di addormentarlo per evitargli inutili sofferenze. A meno chè io non fossi stata disposta a provare con tanta pazienza e amore ad aiutarlo.
Figuriamoci se mi arrendevo!
Come? Sicuramente tanta fisioterapia (ovvero muovere le zampette sia anteriori che posteriori come se stesse facendo una corsa o dei salti) e poi tenendolo con una garza sotto le ascelle farlo nuotare in una bacinella con acqua tiepida.
Tutto ciò il più possibile, dedicarsi tantissimo …. Il risultato è ottimo!
Quel gattino dagli occhi dolci ora è un bel gattone di 3 anni che salta e gioca con gli altri gatti e cani di casa, effettivamente ha un andamento leggermente buffo ma ciò fa di lui quel gatto unico che è!
postato da: amicidigreta alle ore 14:01 | Link | commenti
categoria:animali disabili, storie di animali speciali, consigli x disabili, consigli - gatto fisioterapia, consigli - gatto s nuotatore, storie - gatti s nuotatore, ex-splay-leg gatti -aldair, ex-s-nuotatore gatti -aldair, ex-disabili
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Savona, settembre 2006.
Il criceto di Roberta era paralizzato ma ora... cammina di nuovo!!!
una storia bellissima tratta da 
Il veterinario rispondea cura della d.ssa Nicoletta Bevere
http://www.bairo.info/postabevere13.html
DOMANDA
Salve, Vi scrivo per avere informazioni utili per curare il mio criceto. Non so per quale ragione è rimasto paralizzato, trascinava le zampine dietro e usava solo quelle davanti. Non sentiva niente. Il mio Vet. che non ha molta esperienza mi ha detto che non c'era niente da fare e che se viveva male si poteva pensare all'eutanasia. Io non ho mai considerato questa opzione e l'ho curato con amore...ebbene sono stata ampliamente ripagata: il piccolo cammina di nuovo! Il mio problema è che quando era paralizzato si mordeva continuamente un piede e ora gliene manca proprio un pezzetto, ma questo non mi butta giu' anzi volevo chiedervi cosa è utile mettere sulla piaga che si è procurato. Io l'ho curato con la connettivina, ma senza risultati...insomma aiuterebbe la cicatrizzazione, ma se continua a mordersi è inutile per questo chiedo il vostro aiuto.
Vi ringrazio,
Roberta S. (SV)
18/09/2006
RISPOSTA
Cara Roberta, penso che la lesione spinale che ha causato il transitorio deficit neurologico possa aver lasciato degli strascichi tali da determinare, carico del piede, delle parestesie o delle iperestesie che inducono l’animale a morsicarsi in continuazione. Purtroppo credo che non ci siano molte possibilità: si può attendere l’evolversi degli eventi, tenendo sotto controllo eventuali infezioni che dovessero insorgere, oppure amputare parte dell’arto colpito. Opterei decisamente per la prima.
Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Bevere
postato da: amicidigreta alle ore 14:26 | Link | commenti
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