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Pitbull come baby sitter. Una gallery tenerissima
Pubblicato: sabato 20 agosto 2011 da Roberto Russo

Che ci crediate o meno, per moltissimo tempo i pitbull sono stati considerati degli ottimi baby sitter, tanto da essere chiamati i “cani babsysitter”. La scelta cadeva su di loro per via della loro facilità di interazione con i più piccoli e perché sapevano come stimolarli. Di questa capacità di babysitteraggio dei pitbull ne rimane traccia nelle moltissime fotografie che ritraggono i cagnoni con i bambini.
È un vero peccato che, ora, i pitbull siano così demonizzati nell’immaginario collettivo. Del resto loro sono sempre gli stessi. E, tanto per cambiare!, la “colpa” è di noi umani…Via | DamnHot
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categoria:storie varie, vivere con un pitbull, amici x disabili umani -cani
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PIPPO
STORIA DI UN CANE E DELLA PADRONA A CUI INSEGNO' LA LIBERTA'
Post n°673 pubblicato il 11 Aprile 2011 da Passariello2 Patrick doveva pesare 13 chili e non arrivava a 9. Patrick non riusciva a camminare, restava appallottolato come una chiocciola, terrorizzato. Patrick era pieno di lividi. Patrick è stato buttato nel canale di scarico dei rifiuti di un condominio a Newark. ![]() Patrick era disidratato, più morto che vivo. Patrick è un cane, un Pitbull. Quei cani "cattivi"(avete presente?) secondo le categorie degli umani. Patrick ridotto come un relitto dai suoi cari padroncini. Ce l'ha fatta perché ha un anno e una pellaccia. E' stato trovato da un portiere a Newark, in New Jersey . E' diventato un simbolo, Patrick. Ha ricevuto talmente tante donazioni che adesso, nella sua città, costruiranno un canile in suo onore e tutto il mondo, ora, lo vorrebbe adottare. Una storia a lieto fine. Su Youtube c'è il suo video. E' in piedi, ora. Mangia. E ha lo sguardo di chi è uscito dall'inferno. Perché Patrick, come i tanti Patrick sconosciuti, "ha visto cose che voi umani non potreste mai immaginare". ![]() |
![]() www.webgif.org | il diario di Pippo sul blog amicidigreta il blog di Pippo |
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categoria:storie varie, lieto fine, -blog di pippo cane 1 occhio, filmati vari, vivere con un pitbull
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«Il miglior cane per un bimbo? Il pitbull» - Corriere della Sera
http://www.corriere.it/animali/09_dicembre_18/pitbull-cane-bambini_ccc0afca-ebef-11de-b41e-00144f02aabc.shtml
http://www.corriere.it/animali/09_dicembre_18/pitbull-cane-bambini_ccc0afca-ebef-11de-b41e-00144f02aabc.shtml
Cuccioli a due e a quattro zampe: «Meglio iniziare a 9-10 anni. L'educazione? Fondamentale»«Il pitbull? Non è un cane assassino»Il dog trainer Simone Dalla Valle: è un giocherellone che può essere bene educato, sbagliato definirlo «killer»
Dalla Valle ha 32 anni ed è laureato con 110 e lode in filosofia. Da filosofo a dog trainer il passo non sembra breve... «Si potrebbe rispondere che gli esami di psicologia poi si adattano a tutto nella vita» scherza l'addestratore, che nella sua attività collabora con associazioni che si occupano di cani senza tetto. E' un rapporto particolare, il suo, quello con canili e rifugi. «Io stesso - spiega - mi sono avvicinato a questa professione adottando un cane in canile: Kaya, un animale che aveva sofferto molto, dopo essere stato 7 mesi chiuso nello sgabuzzino di uno sfasciacarrozze. Aveva problemi comportamentali e per questo ho avuto bisogno di essere seguito di un’esperta cinofila, Cinzia Stefanini, che oltre ad insegnarmi come comportare con il mio nuovo amico mi ha detto di trovarmi molto portato per il rapporto con questi animali. Così ho iniziato a fare dei corsi e oggi sono io ad insegnare agli altri». Gli altri nel caso di Simone sono soprattutto i bambini. E la prima regola che insegna loro è che un cane è decisamente meglio sceglierlo in canile, perché non necessariamente il compagno di vita deve essere di razza e arrivare dunque da un allevamento (e peraltro spesso nei canili si trovano anche cani di razza). Qual è l’età migliore per insegnare ad un bambino a prendersi cura personalmente di un cane? «Quella pre-adolescenziale, direi dai 9-10 anni in su. Fermo restando che se un bambino nasce in una famiglia che già ha animali in casa, il rapporto di affetto e di scambio con il cane si instaura fin dall’inizio» E il cane più adatto? Il programma si chiama Missione Cuccioli... «Sì, ma al di là del nome non sempre un cucciolo è indicato per un bambino. C’è la tendenza errata a pensare che ai più piccoli si adattino meglio cani altrettanto piccoli, perché si ritiene che l'animale debba essere a disposizione del bambino. Nulla di più sbagliato, il cane cucciolo deve crescere a sua volta, non è un gioco. Il cane già adulto ben socializzato si rapporta meglio con i ragazzini». E parlando di razze? Ce n'è una migliore di altre? «I cani da caccia sono molto affabili nei confronti delle persone, ma ci sono anche altre razze pro-sociali e predisposte al contatto con l’uomo e nonostante quello che si pensi anche per colpa di certe enfatizzazioni dei media fra questi questi vi sono proprio i molossoidi. Sono molto giocherelloni. Problematici con gli altri cani, perché hanno un carattere dominante e tendono a scontrarsi con esemplari simili a loro, ma sono ottimi nel rapporto diretto con l’uomo. A questi aggiungerei anche i più discussi e discriminati: i pitbull e gli amstaff. Ovviamente, vista anche la loro forza e la loro stazza, necessitano di una seria socializzazione e di una crescita idonea. È chiaro che un rottweiler tenuto quattro anni da solo a fare la guardia nel cortile di una ditta, non può poi essere messo al fianco di un bambino. Un cucciolo dello stesso genere ma ben socializzato, invece, difficilmente darà problemi». Il loro aspetto massiccio però può incutere qualche timore... «I terrier che spesso si vedono nelle famiglie, perché sono piccoli e molto venduti in base alle mode del momento, sono poco adatti ai bambini perché caratterialmente sono reattivi e aggressivi e sono tra quelli che vanno più rieducati quando nasce un bambino. E spesso non è così semplice. In Inghilterra i bull dog e gli staffy vengono chiamati "baby nurse" perché per natura sono affettuosi con i bambini e lo dimostrano in ogni occasione. Anche nella mia esperienza personale questi cani sono i migliori, assieme a pitbull e amstaff. Il vero problema però è la convivenza con gli altri cani». Nell’immaginario collettivo i pitbull sono equiparati a dei killer. «La colpa è di un’informazione un po’ superficiale che viene data in proposito. Per ogni morso di pitbull se ne registrano almeno venti da parte di altre specie. Ad esempio non si dice mai che il cane responsabile della maggior parte di episodi di questo genere, in Italia, è il pastore tedesco e i suoi incroci. In uno stage a cui ha recentemente partecipato ha sentito dire che statisticamente negli Usa il cane più pericoloso è il labrador, essendo anche uno dei cani più diffusi in quel Paeese». La verità, insomma, è che ogni cane non educato può essere potenzialmente pericoloso? «Esattamente. E quanto ai pitbull, più vengono dipinti come cani killer, più la gente idiota, che vuole vantarsi di avere un killer al guinzaglio, li predilige, li prende con sè e li fa crescere nel modo sbagliato. E' un circolo vizioso. Quando ero piccolo il cane del diavolo era il doberman. Poi c’è stato il rottweiler. E adesso è la volta del pitbull». Però forse c'è un problema di dimensioni. Un cane di ridotte dimensioni potrebbe essere più adatto alla vita in città. «Non è detto che un cane medio grande sia meno compatibile con la vita in appartamento. I cani grossi hanno sicuramente bisogno di muoversi e di sfogarsi. Ma un cane piccolo non è da meno. Molti prendono un cane di taglia ridotta perché pensano poi di non doversene occupare più di tanto e allora gli insegnano magari a fare i suoi bisogni sul panno assorbente e il povero cagnolino mette fuori il muso di casa solo una volta al giorno. Il cane piccolo è però più eccitabile e molto nervoso e anche in presenza di ospiti resta agitato. Un cane di taglia medio grande, se ha le giuste attenzioni, questi comportamenti poi non li ha. Se i cani vengono trattati nel modo giusto, cioè se si rispetta l’esigenza di portarli a spasso e di farli muovere, si adattano bene alla vita in appartamento qualunque sia la loro stazza. Io fino a un paio d’anni fa vivevo in 40 metri quadrati a Milano con due cani che piccoli non erano, ma i vicini non sapevano neppure che li avessi dal tanto erano tranquilli. E’ tutta questione di educazione». Ma qual è l’età migliore per insegnare ad un bambino a prendersi cura personalmente di un cane? «Quella pre-adolescenziale, direi dai 9-10 anni in su. Fermo restando che se un bambino nasce in una famiglia che già ha animali in casa, il rapporto di affetto e di scambio con il cane si instaura fin dall’inizio». |
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categoria:storie varie, filmati vari, vivere con un pitbull
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http://adottaunbull.blogspot.com/2008/07/i-pitbull-da-combattimento-del-campione.html
mercoledì 8 luglio 1998
I PITBULL DA COMBATTIMENTO DEL CAMPIONE DI FOOTBALL SONO TORNATI CANI NORMALI - dal Corriere.it
Uno ha imparato a far compagnia ai malati terminali, mentre un altro partecipa alle gare di frisbee
Da Corriere.it
WASHINGTON - Quando il campione di football americano Michael Vick fu condannato a due anni di carcere per avere fatto combattere i suoi pit bull in lotte di cani, uno sport illegale, per avere ucciso gli sconfitti e avere seviziato i vincitori, l'America si chiese che cosa sarebbe successo degli animali sopravvissuti. Di solito, in casi come questo, i pit bulls, ritenuti la razza forse più feroce e pericolosa di tutte, vengono subito soppressi. Il giudice invece sentenziò che venissero esaminati a uno a uno per stabilire se potessero essere "riabilitati", addossandone le spese, un milione di dollari, a Vick. Un anno dopo, i fatti gli hanno dato ragione.
I CANI SALVATI - Dei 49 pit bulls del campione di football sequestrati dalle autorità, solo due sono stati uccisi con una iniezione indolore, il primo perché troppo aggressivo il secondo perché semiparalizzato. Degli altri 47, 25 sono diventati dei normali "pet", animali domestici, e uno è addirittura diventato un cane da terapia, uno di quei cani che visitano i malati terminali in ospedale per tenere loro compagnia e rallegrarli. Gli ultimi 22 si trovano in speciali canili: rimangono in riabilitazione non perché rappresentino una minaccia per gli esseri umani, ma perché sembrano ancora ostili agli altri cani. In America, la culla degli amici degli animali, la storia dei 49 pit bulls di Michael Vick ha destato sensazione: i più pensavano che si trattasse di una razza di irrecuperabili.
LE LORO STORIE - Il Washington Post, che li ha rintracciati tutti, ha spiegato che è il contrario e che, anzi, alcuni pit bull sono eccezionalmente buoni. Oltre a Leo che fa da cane terapia in California, ha riferito, c'è Hector, che partecipa alle gare di frisbee per cani nel Minnesota; c'è Gracie, che ha per compagno un gatto; c'è Teddles, che segue ovunque il padroncino di 2 anni; c'è Sweet Jasmine che gioca con un enorme alano. Il giornale ha aggiunto che tutti portano le cicatrici delle lotte sostenute, ma sono pacifici e obbedienti. Randy Lockwood, uno degli specialisti che li ha curati, ha ammesso di essere stupito della loro riabilitazione: «Credevamo di poterne recuperare al massimo cinque o sei, ma ci siamo resi conto che la loro aggressività non era congenita, era invece all'isolamento in cui erano tenuti e ai maltrattamenti subiti, ognuno legato a un albero lontanissimo dagli altri». Tim Racer, un altro specialista, si tiene in continuo contatto con le famiglie che hanno accolto i 25 riabilitati: "Si dicono felici di averli con sé" racconta. "In America è da 150 anni che i pit bulls vengono usati per combattimento ma non sono diversi dagli altri cani. I cani sono tutti animali di gruppo, e la natura vuole che non si azzannino a vicenda". Racer è convinto che anche i 22 difficili si riabiliteranno: tra di essi c'è Lucas, il più grosso e il più forte, probabilmente il campione di Michael Vick. Lo specialista conclude che prima della loro trasformazione in animali d'attacco, i pit bulls erano i prediletti dell'America. Nella guerra civile, dal 1861 al 1864, ebbero fama di "cani infermieri", perché proteggevano i feriti e i bambini; nella prima guerra mondiale affiancarono talvolta i soldati, alcuni vennero persino decorati; e i primi anni della tv, figurarono nei programmi per l'infanzia. Un buonismo eccessivo? Sì, secondo John Goodwin, uno specialisti dissidente: "Io non mi fiderei" ribatte Goodwin "una rondine non fa primavera".
Ennio Caretto
07 luglio 2008
Da Corriere.it
WASHINGTON - Quando il campione di football americano Michael Vick fu condannato a due anni di carcere per avere fatto combattere i suoi pit bull in lotte di cani, uno sport illegale, per avere ucciso gli sconfitti e avere seviziato i vincitori, l'America si chiese che cosa sarebbe successo degli animali sopravvissuti. Di solito, in casi come questo, i pit bulls, ritenuti la razza forse più feroce e pericolosa di tutte, vengono subito soppressi. Il giudice invece sentenziò che venissero esaminati a uno a uno per stabilire se potessero essere "riabilitati", addossandone le spese, un milione di dollari, a Vick. Un anno dopo, i fatti gli hanno dato ragione.
I CANI SALVATI - Dei 49 pit bulls del campione di football sequestrati dalle autorità, solo due sono stati uccisi con una iniezione indolore, il primo perché troppo aggressivo il secondo perché semiparalizzato. Degli altri 47, 25 sono diventati dei normali "pet", animali domestici, e uno è addirittura diventato un cane da terapia, uno di quei cani che visitano i malati terminali in ospedale per tenere loro compagnia e rallegrarli. Gli ultimi 22 si trovano in speciali canili: rimangono in riabilitazione non perché rappresentino una minaccia per gli esseri umani, ma perché sembrano ancora ostili agli altri cani. In America, la culla degli amici degli animali, la storia dei 49 pit bulls di Michael Vick ha destato sensazione: i più pensavano che si trattasse di una razza di irrecuperabili.
LE LORO STORIE - Il Washington Post, che li ha rintracciati tutti, ha spiegato che è il contrario e che, anzi, alcuni pit bull sono eccezionalmente buoni. Oltre a Leo che fa da cane terapia in California, ha riferito, c'è Hector, che partecipa alle gare di frisbee per cani nel Minnesota; c'è Gracie, che ha per compagno un gatto; c'è Teddles, che segue ovunque il padroncino di 2 anni; c'è Sweet Jasmine che gioca con un enorme alano. Il giornale ha aggiunto che tutti portano le cicatrici delle lotte sostenute, ma sono pacifici e obbedienti. Randy Lockwood, uno degli specialisti che li ha curati, ha ammesso di essere stupito della loro riabilitazione: «Credevamo di poterne recuperare al massimo cinque o sei, ma ci siamo resi conto che la loro aggressività non era congenita, era invece all'isolamento in cui erano tenuti e ai maltrattamenti subiti, ognuno legato a un albero lontanissimo dagli altri». Tim Racer, un altro specialista, si tiene in continuo contatto con le famiglie che hanno accolto i 25 riabilitati: "Si dicono felici di averli con sé" racconta. "In America è da 150 anni che i pit bulls vengono usati per combattimento ma non sono diversi dagli altri cani. I cani sono tutti animali di gruppo, e la natura vuole che non si azzannino a vicenda". Racer è convinto che anche i 22 difficili si riabiliteranno: tra di essi c'è Lucas, il più grosso e il più forte, probabilmente il campione di Michael Vick. Lo specialista conclude che prima della loro trasformazione in animali d'attacco, i pit bulls erano i prediletti dell'America. Nella guerra civile, dal 1861 al 1864, ebbero fama di "cani infermieri", perché proteggevano i feriti e i bambini; nella prima guerra mondiale affiancarono talvolta i soldati, alcuni vennero persino decorati; e i primi anni della tv, figurarono nei programmi per l'infanzia. Un buonismo eccessivo? Sì, secondo John Goodwin, uno specialisti dissidente: "Io non mi fiderei" ribatte Goodwin "una rondine non fa primavera".
Ennio Caretto
07 luglio 2008
postato da: amicidigreta alle ore 14:09 | Link | commenti
categoria:storie di animali speciali, vivere con un pitbull, storie - cani ex-combattenti
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http://adottaunbull.blogspot.com/search/label/vivere%20con
giovedì 25 settembre 2008
Vivere con... Kiwi, mini molosso maschio


Fabiana Rosa Riabilitazione Neurocognitiva in Età Evolutiva +393474742661 www.riabilitazionebambini.it www.progettoriabilitazione.it
http://adottaunbull.blogspot.com/2008/10/vivere-con-diablo-zelda-e-asia.html
Ciao Demi...questa è la foto di Diablo (corso), Asia e Zelda (tigrata) proprio oggi...per ora non mi fido ancora a lasciar libero Diablo perchè è da me solo da 2 giorni, a più avanti te ne manderò una con tutti e 3 completamente liberi..per quanto riguarda il giocare dovrò provvedere a trovar qualcuno della taglia di Diablo... asia ha 10 anni e si stanca subito di scorazzare per divertirsi, ma di più la corda ed il salsicciotto...zelda invece poverina oltre ad esser diabetica ed esser dimagrita di 7 kg. è diventata, in questo ultimo mese, uasi completamente cieca..quindi al limite salsicciotto anche lei....naturalmente coccole per tutti...Ciao..Stefano
martedì 28 ottobre 2008
Vivere con... Diablo, Zelda e Asia

postato da: amicidigreta alle ore 14:04 | Link | commenti
categoria:diario, animali disabili, storie di animali speciali, animali anziani, storie - cani ciechi, storie - cani diabete, vivere con un pitbull
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