lunedì 28 maggio 2012

TORINO: IL PARROCO DON MANZO IN DIFESA DEGLI ANIMALI

Gattopoli
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TORINO: IL PARROCO DON MANZO IN DIFESA DEGLI ANIMALI
 

Polemica tra i sacerdoti sui soldi per gli animali
Un parroco torinese: don Mazzi sbaglia, l’amore è uno solo
TORINO - Cacciati dal giardino dell’Eden con Adamo ed Eva, anche gli animali sono «sotto lo sguardo di Dio, che li ha creati con amore. Perciò dobbiamo prendercene cura, sapendo che non siamo padroni della Creazione, ma suoi custodi». Non solo: «Chissà, forse li rincontreremo in Paradiso». Parola di don Franco Manzo, parroco di San Massimo, la chiesa di via Mazzini intitolata al primo vescovo di Torino, dove ogni 4 ottobre, in occasione della festa di San Francesco, si benedicono gli animali: decine tra cani, gatti, canarini, conigli. Un’iniziativa nata dai parrocchiani e dall’associazione animalista Apda.
Quella di don Manzo, che è alla ricerca del suo terzo pastore tedesco (l’ultimo è morto un anno fa), è una risposta teologica a don Antonio Mazzi. Il prete fondatore di Exodus, in un’intervista al settimanale «Chi», invita a fare donazioni «a chi salva le vite umane, invece di spendere per cani e gatti». Apriti cielo: le associazioni animaliste sono andate su tutte le furie, mentre sul Web s’è scatenato l’inferno. Si sa, in tempi di crisi anche la coperta della carità è troppo corta, ma le repliche a don Mazzi vanno al di là della semplice levata di scudi di categoria.
«Ai vari don Mazzi che, anche qui in parrocchia, accusano noi animalisti di preoccuparci più degli animali che dei cristiani - aggiunge don Manzo - rispondo che l’amore è uno solo: chi ama autenticamente gli animali è solidale con tutti». La parrocchia di San Massimo, impegnata in passato nei centri di accoglienza per le famiglie dei malati, ora nelle adozioni a distanza e nel volontariato dalla parte dei più poveri, «non perde certo nulla nel dedicare un po’ di attenzione agli animali». Tanto più che «non c’è santo nella storia della Chiesa che non abbia avuto cura per loro».
Dagli anni ’90 esiste una «teologia animalista»: se n’è discusso lunedì al Circolo dei Lettori, in un incontro organizzato dall’associazione italiana studi Filosofia e Teologia. «Bisogna ripensare il rapporto dell’uomo con la natura spiega Roberto Cortese, dell’Istituto superiore di scienze religiose di Torino e responsabile per la sezione del Nord Ovest dell’associazione -. Chi sostiene questa corrente ritiene necessaria una rifondazione teologica del dovere e della necessità dell’amore verso gli animali, in una prospettiva evangelica ma anche laica». Il motivo? «Anche gli animali sono nostri fratelli».
FABRIZIO ASSANDRI
La Stampa

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