http://www.gattopoli.it/news/torino-il-parroco-don-manzo-...
TORINO: IL PARROCO
DON MANZO IN DIFESA DEGLI ANIMALI
Polemica tra i sacerdoti sui soldi per gli
animali
Un parroco torinese: don Mazzi sbaglia,
l’amore è uno solo
TORINO
- Cacciati dal giardino dell’Eden con Adamo ed Eva, anche gli animali
sono «sotto lo sguardo di Dio, che li ha creati con amore. Perciò dobbiamo
prendercene cura, sapendo che non siamo padroni della Creazione, ma suoi
custodi». Non solo: «Chissà, forse li rincontreremo in
Paradiso». Parola di don Franco Manzo, parroco di San Massimo, la
chiesa di via Mazzini intitolata al primo vescovo di Torino, dove ogni 4
ottobre, in occasione della festa di San Francesco, si benedicono gli animali:
decine tra cani, gatti, canarini, conigli. Un’iniziativa nata dai parrocchiani e
dall’associazione animalista Apda.
Quella di don
Manzo, che è alla ricerca del suo terzo pastore tedesco (l’ultimo è morto un
anno fa), è una risposta teologica a don Antonio Mazzi. Il
prete fondatore di Exodus, in un’intervista al settimanale «Chi», invita
a fare donazioni «a chi salva le vite umane, invece di spendere per cani e
gatti». Apriti cielo: le associazioni animaliste sono andate su tutte
le furie, mentre sul Web s’è scatenato l’inferno. Si sa, in tempi di crisi anche
la coperta della carità è troppo corta, ma le repliche a don Mazzi vanno al di
là della semplice levata di scudi di categoria.
«Ai vari
don Mazzi che, anche qui in parrocchia, accusano noi animalisti di preoccuparci
più degli animali che dei cristiani - aggiunge don Manzo - rispondo che l’amore
è uno solo: chi ama autenticamente gli animali è solidale con tutti».
La parrocchia di San Massimo, impegnata in passato nei centri di
accoglienza per le famiglie dei malati, ora nelle adozioni a distanza e nel
volontariato dalla parte dei più poveri, «non perde certo nulla nel
dedicare un po’ di attenzione agli animali». Tanto più che «non
c’è santo nella storia della Chiesa che non abbia avuto cura per
loro».
Dagli anni ’90
esiste una «teologia animalista»: se n’è discusso lunedì al Circolo dei Lettori,
in un incontro organizzato dall’associazione italiana studi Filosofia e
Teologia. «Bisogna ripensare il rapporto dell’uomo con la natura spiega Roberto
Cortese, dell’Istituto superiore di scienze religiose di Torino e responsabile
per la sezione del Nord Ovest dell’associazione -. Chi sostiene questa corrente
ritiene necessaria una rifondazione teologica del dovere e della necessità
dell’amore verso gli animali, in una prospettiva evangelica ma anche laica». Il
motivo? «Anche gli animali sono nostri fratelli».
FABRIZIO ASSANDRI
La Stampa
Nessun commento:
Posta un commento