martedì 6 novembre 2012

'Vegan 3000' il primo sito italiano di cucina e alimentazione Vegan

http://larcobalenodipatty.blogspot.de/

domenica 14 ottobre 2012

"Vegan 3000" il primo sito italiano di cucina e alimentazione Vegan










Perché VEGAN?




Perché per la preparazione di un pasto vegan
nessun animale viene ucciso, maltrattato o sfruttato.
L'alimentazione vegan, oltre alla carne ed al pesce, non contempla alcun prodotto di origine animale: neppure uova, latte, latticini, formaggi, miele, ecc.

Perché mangiare vegan è anche molto salutare, dato che gli esseri umani anatomicamente sono animali frugivori, e quindi costituzionalmente e fisiologicamente assai poco adatti al cibo di origine animale, a cui si sono però adeguati culturalmente o per necessità di sopravvivenza in mancanza di cibi più idonei.

Perché se mangiassimo tutti vegan ci sarebbe cibo più che a sufficienza per tutti, siccome la terra che oggi serve per nutrire una sola persona che consuma carne sarebbe sufficiente a sfamarne ben 20 vegane!
Inoltre, destinando un ettaro di terreno all'allevamento bovino, in un anno otteniamo 66 kg di proteine, contro i 1868 kg di proteine (28 volte di più!) che invece otterremmo destinando, ad esempio, lo stesso terreno alla coltivazione della soia.

Perché mangiare vegan significa un minor impatto sulle risorse del nostro pianeta, che notoriamente non sono infinite. Significa un minor consumo di energia, di acqua, di pesticidi, di inquinanti, di farmaci. Significa minor necessità di terra e di conseguenza minore deforestazione.

Perché è giunto il momento di guardare al futuro con tutti i problemi che abbiamo davanti e non più al passato con i suoi ormai anacronistici presupposti.

Le cose cambiano, gli scenari storici e sociali si modificano:
occorre prenderne atto.
Semplicemente il nostro pianeta non ce la fa più a sostenere i nostri dissennati ritmi consumistici ed il nostro peso ecologico(footprint).

E' giunto il momento di pensare - e soprattutto di porre in atto - nuove strategie e non abbiamo più molto tempo per farlo.
Quindi è necessario cominciare innanzitutto da NOI STESSI, attraverso le nostre scelte di vita quotidiana.
Iniziare dalla nostra tavola è uno dei primi più importanti passi per fare "attivamente" qualcosa.

Ciascuno di noi può fare la differenza e può scegliere consapevolmente di diventare parte della soluzione anziché continuare a far parte del problema.

Per gli animali, per il pianeta che ci ospita e per noi stessi in quanto esseri umani.

[Emanuela Barbero]

(Per ulteriori approfondimenti riguardo l'etica vegan ed il veganismo vi rimandiamo alle FAQ ed ai LINK presenti sulla HomePage di questo sito)








Chi sono i veg?



di Emanuela Barbero




In tutto il mondo il numero dei vegetariani sta aumentando esponenzialmente poiché sempre più persone scelgono un’alimentazione più etica, più sana, più rispettosa nei confronti degli animali, più leggera per l’ambiente e più solidale verso la popolazione umana: solo in Italia si è passati dagli 1,5 milioni di vegetariani del 1999 fino ai 2,9 milioni del 2001 per arrivare ai 6 milioni dell’ultimo sondaggio del 2006. Malgrado ciò, la confusione riguardo le diete vegetariane è ancora parecchia e non sempre è facile orientarsi tra tante scelte diverse, talvolta fatte anche con motivazioni assai differenti.
Di seguito vediamo a grandi linee quante e quali tipologie di vegetariani ci sono.


Quanti tipi di vegetariani ci sono?


Per fare un po' di chiarezza vediamo quanti tipi di vegetariani ci sono e cosa mangiano o non mangiano.


Vegetariani

I latto-ovo-vegetariani sono i più numerosi. Non mangiano nessun tipo di animale, neppure volatili, pesci, molluschi, crostacei, frutti di mare, selvaggina di tutti i generi… e, naturalmente, neanche tonno in scatola, acciughe, prosciutto, mortadella, ecc.

Consumano però prodotti di origine animale quali latte e latticini, formaggi, uova e miele.

Chi opta per un'alimentazione vegetariana è generalmente spinto a farlo sulla base di ragioni etiche e dalla decisione di non voler più uccidere (o far uccidere) per nutrirsi, tuttavia vi sono anche molte persone che sono vegetariane principalmente per ragioni salutistiche, religiose o ecologiche (dovute all’enorme impatto ambientale degli allevamenti).

Per inciso, la scelta vegetariana si limita a ridurre la quantità degli animali macellati, ma di fatto non ne azzera il numero né tanto meno riesce ad evitare le pratiche cruente coinvolte nei vari processi produttivi, in quanto anche il consumo di prodotti animali come latte e uova comporta sempre e comunque lo sfruttamento e la morte degli animali coinvolti… e nessuno di loro muore di serena vecchiaia in pascoli bucolici. Chi desidera approfondire questi aspetti troverà un’ampia introduzione nel volumeCucina Etica edito da Sonda e moltissimo materiale su questo stesso sito e su internet, attraverso i vari link.

Tra i vegetariani vi sono inoltre ulteriori suddivisioni, come gli ovo-vegetariani, che non consumano carne, pesce e latticini ma mangiano le uova, e i latto-vegetariani, che non consumano carne, pesce e uova ma utilizzano il latte ed i suoi derivati.

Latto-vegetariana è ad esempio l'alimentazione ayurvedica, di matrice induista e seguita in particolare da chi pratica lo yoga, che sconsiglia fortemente l'assunzione di carne, pesce, uova e anche di aglio, cipolla, funghi, alcolici, ritenuti tutti cibi «tamasici», cioè non adatti allo sviluppo completo dell'essere umano poiché apportano un tipo di energia che rende statici ed inerti fisicamente, mentalmente e spiritualmente; inoltre nutrono nell'essere umano l'indifferenza e la crudeltà.


Vi sono poi coloro che si definiscono pesce-vegetariani e che tra tutti gli animali mangiano solo i pesci, ma sarebbe più corretto chiamarli pescivori, in quanto non è possibile - logicamente – includerli a tutti gli effetti tra i vegetariani, poiché i pesci sono di fatto animali.


Per completezza citiamo anche i semi-vegetariani, cioè coloro che mangiano animali con minor frequenza rispetto alla norma nel contesto sociale in cui vivono. Taluni di essi amano definirsi ugualmente vegetariani perché ormai questa definizione fa tendenza, mentre un’altra tendenza emergente negli Stati Uniti è quella dei “flexitarians” e dei vegetariani part-time, che consiste nel mangiare vegetariano solo in certi contesti – scuola, lavoro, famiglia, ecc. - o in certi giorni, anche se naturalmente la definizione di vegetariano non è attribuita correttamente quando questa scelta è “flessibile”, poiché nella realtà non corrisponde ad una seria coerenza etica e pratica. Qualcuno ha scritto che essere vegetariani è come essere incinta: o lo sei o non lo sei, non è possibile esserlo solo in parte.


Ad ogni modo va riconosciuto il fatto che ogni tendenza verso una minor assunzione di animali e dei loro derivati è ugualmente apprezzabile, così come ciascuna scelta tesa “almeno” alla riduzione del consumo complessivo di prodotti animali andrebbe sempre e comunque incoraggiata, sia per motivi di salute personale e globale che, naturalmente, per il bene degli animali e per una riduzione generale della enorme violenza implicata negli allevamenti e nella macellazione.



Vegan, o vegani o vegetaliani


Mentre il vegetariano sceglie di non mangiare animali di alcun tipo, il vegan evita di mangiare e di utilizzare anche tutto ciò che ha a che fare con gli animali e che implica il loro sfruttamento, la violenza nei loro confronti e l'inevitabile morte (ad esempio quella dei vitellini fatti nascere per ottenere il latte dalla loro mamma e poi uccisi da cuccioli, oppure la macellazione delle mucche da latte abbattute dopo pochi anni di intenso sfruttamento produttivo. Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo ai seguenti articoli: Perché proprio vegan e non soltanto vegetariani? e Lettera aperta ai vegetariani).
Di conseguenza, chi opta per lo stile di vita vegan non consuma né utilizza alcun prodotto di origine animale, neppure uova, formaggi, latte e latticini, yogurt vaccino, miele, pelle, pellicce, cuoio, piume, lana, seta, perle, spugne di mare ecc. Oltre naturalmente a non impiegare cosmetici e prodotti testati sugli animali o ottenuti con gli stessi o parti di essi (come ad esempio molti saponi apparentemente innocui e in realtà contenenti sego animale, riportato in etichetta come tallowate).

I vegan consumano con grande varietà tutti i prodotti vegetali commestibili di terra e di mare: verdura, frutta, cereali (tutti e non solo pasta e riso!), legumi, semi oleaginosi, frutta secca, alghe.


Questo tipo di scelta nasce principalmente da motivazioni etiche, legate al rispetto verso ogni essere senziente in un'ottica antispecista e biocentrica e non più antropocentrica. Porta con sé un senso corale della vita, dove la consapevolezza dell’interdipendenza prevale su ogni forma di ideologia di dominio.

Il veganismo costituisce quindi la naturale evoluzione del vegetarismo, quando esso è praticato per ragioni etiche e animaliste, con ripercussioni maggiormente positive anche sul piano sociale ed ecologico poiché influisce in maniera ancora più ridotta sulle risorse complessive del pianeta.



Donald Watson


l termine vegan nasce dalla contrazione di vegetarian ed è stato coniato da Donald Watson, che nel 1944 fondò a Londra la Vegan Society.

Donald Watson è nato il 2 settembre 1910 ed è deceduto il 16 novembre 2005 all’età di 95 anni.

Egli è diventato vegetariano nel 1924, cioè da quando aveva 14 anni, ed è poi passato al veganismo circa 20 anni dopo, perciò è stato vegetariano per 81 anni e vegan per 61.
La sua lunga vita dovrebbe indurci a sfatare il falso mito che senza carne e prodotti animali non si può vivere.

Naturalmente Watson non è l’unico vegan così longevo e anche tra i personaggi illustri quelli vissuti fino a tarda età spesso sono vegetariani(“long term vegan and vegetarian”).










FruttarianiEssi abbracciano una scelta di vita e alimentare a tutto campo, poiché questo modo di alimentarsi è il più rispettoso possibile verso ogni forma di vita, non soltanto verso quelle senzienti (cioè gli animali) ma si estende anche al mondo vegetale. I fruttariani infatti si nutrono unicamente di quel cibo vegetale che non comporta la morte della pianta, evitando in particolare tutte le radici, i tuberi e i bulbi, come ad esempio carote, rape, cipolle, patate ecc. Essi mangiano tutti i tipi di frutti, compresi pomodori, peperoni, zucche, zucchine, melanzane, frutta secca come noci, nocciole, mandorle ecc. e tutto ciò che non implica la morte della pianta, includendo la frutta secca e talvolta anche i semi, in particolare germogliati.
Vi sono persone che optano per questa scelta anche per motivazioni salutistiche, sulla base della fisiologia umana che è quella di un primate frugivoro.



Crudisti

Un discorso a parte meritano i crudisti che, come si evince dalla loro definizione, mangiano soltanto cibi crudi, in particolare frutta e verdura ma anche noci e semi oleaginosi. I crudisti escludono dalla loro alimentazione tutti gli alimenti che per essere consumati richiedono di essere cotti, come ad esempio i cereali e i legumi, che mangiano solo germogliati; evitano anche la carne e il pesce, anche se ve ne sono alcuni che li consumano crudi.

L'alimentazione crudista è generalmente praticata per motivi salutistici e fonda la propria ragione d'essere sull'osservazione che la cottura degli alimenti è una pratica relativamente recente in rapporto alla lunga evoluzione umana, perciò poco compatibile con le reali necessità fisiologiche del nostro organismo: un'osservazione che trova conferma anche nel fatto che i cibi cuocendo perdono parte dei loro nutrienti e in più con certi tipi di cottura accumulano sostanze tossiche.


MacrobioticiUn'altra menzione a parte va ai macrobiotici, una categoria di persone solitamente compresa tra i vegetariani, poiché la loro alimentazione esclude quasi completamente il consumo di prodotti animali, anche di latticini e uova, con l'eccezione di un consumo occasionale del pesce. Tuttavia va sottolineato che la macrobiotica è una scelta alimentare che in linea di massima non viene fatta per motivazioni etiche bensì essenzialmente salutistiche, perciò l'adesione ai suoi principi guida è generalmente piuttosto elastica. Non tutti i macrobiotici possono quindi ritenersi vegetariani, anche se alcuni di loro, per quanto riguarda l'alimentazione, sono di fatto vegan.

La scelta alimentare macrobiotica è finalizzata al conseguimento e al mantenimento dell'equilibrio energetico e psico-fisico nell'essere umano: i macrobiotici seguono infatti una dieta basata sulla combinazione energetica degli alimenti, tenendo conto della suddivisione tra cibi yin e yang, dove alcuni di essi (cereali integrali, verdure, legumi) sono ritenuti nel loro complesso molto più equilibrati di altri e perciò apportatori di una buona qualità energetica per l'organismo umano, mentre altri (carne, latte e derivati, uova, zucchero, alcolici, farmaci e sostanze chimiche) sono invece troppo sbilanciati al fine del mantenimento di una buona salute. Inoltre vengono escluse anche le solanacee: patate, pomodori, melanzane, peperoni, in quanto acidificanti per l’organismo. La cucina macrobiotica predilige i cibi cotti, non incoraggia l'assunzione della frutta e di abbondanti liquidi (poiché sono già presenti negli alimenti) ed in linea generale sconsiglia tutti gli eccessi.



George Bernard Shaw


Ecco un simpatico aneddoto riguardante il famoso commediografo e scrittore irlandese George Bernard Shaw, premio Nobel per la letteratura nel 1925, vegetariano per scelta etica e morto all'età di 94 anni.

Quando decise di diventare vegetariano i medici che consultò gli pronosticarono una vita di malattie e carenze dovute alla sua scelta alimentare (incredibile ma vero: molti medici si comportano a tutt’oggi nello stesso modo verso i loro pazienti vegetariani e vegan).
Come ulteriore minaccia gli predissero che senza carne non solo non avrebbe conservato la salute, ma non sarebbe neppure sopravvissuto a lungo. Ma Shaw, da buon irlandese cocciuto e convinto del valore della sua scelta, restò fermo nei suoi propositi.

In tarda età gli fu chiesto se avesse poi informato questi medici così allarmisti del fatto che le cose non fossero andate affatto come gli avevano predetto.

Allargando le braccia e alzando gli occhi al cielo egli rispose con la sua consueta prontezza di spirito: "Non ho potuto farlo, perché erano già tutti morti da tempo!".


Tra l'altro è di George Bernard Shaw la celebre citazione:

"Gli animali sono miei amici e io non mangio i miei amici".





Le motivazioni dei vegan



di Emanuela Barbero




per gli animali

perché non mangi nessuno che sia in grado di soffrire
In base a quali criteri ciascuno di noi sceglie, tra tutti gli animali, chi amare e chi mangiare?
Tradizioni, cultura, società, famiglia, abitudini: chi mangia gli animali (ma solo certi animali, quasi mai tutti) si è semplicemente adattato alla situazione esistente.
Mentre trangugia tranquillamente mucche, maiali e galline non mangerebbe mai un gatto (a parte purtroppo certe eccezioni) e ancora più difficilmente un cane. Perché? Qual è la differenza tra l'intelligenza e l'affettuosità di un cane e quella di un maiale?
In realtà non siamo noi a decidere se e quali animali mangiare, perché altri hanno scelto per noi.
Chi sceglie di vivere vegan prende oggettivamente atto che gli animali (tutti e non solo alcuni)
non sono cibo, bensì esseri senzienti in grado di provare piacere e dolore, gioia ed emozioni, angoscia e paura… e sono anch’essi in grado di amare e di soffrire! Gli animali che arrivano nei piatti di chi mangia carne nascono e vivono le loro brevi e innaturali vite in enormi capannoni maleodoranti fatti di cemento e di sbarre dove non è assolutamente possibile vivere secondo la loro natura: sono stati così trasformati da incredibili esseri viventi in semplici oggetti.
Vittime innocenti del nostro spietato sistema economico e produttivo, miliardi di creature vivono le loro non-vite in gabbie anguste e in spazi sovraffollati, senza mai vedere il cielo né un prato verde, senza conoscere il sole, l’aria, la minima libertà di movimento e di relazione con gli altri animali della loro specie.
Non li mangiamo perché il loro sistematico massacro è un atto di violenza brutale e non necessaria che abbiamo il potere di fermare con le nostre scelte… e noi vogliamo spezzare le catene di tutta questa immensa sofferenza. Essere vegan ci consente di prendere le distanze da un sistema pesantemente basato sullo sfruttamento e sul dominio, valorizzando invece il rispetto per ogni forma di vita.
Perché dalla sistematica violenza verso gli animali nascono poi la maggior parte delle altre forme di violenza e di sopraffazione... ad esempio sappiamo che la caccia è sempre servita per esercitarsi nella guerra e - come già scriveva Erasmo da Rotterdam - "a forza di sterminare animali, si è capito che anche sopprimere l'uomo non richiede un grande sforzo".



per l’ambiente
perché ha un minor impatto ecologico e risparmia preziose risorse produttive
Mangiare vegan significa un impatto drasticamente più ridotto sulle risorse del nostro pianeta, che notoriamente non sono infinite. Significa un minor consumo di energia, di acqua, di pesticidi, di inquinanti, di farmaci. Significa minor necessità di terra e di conseguenza minore deforestazione.
Il
settore della carne è il secondo maggior inquinatore dopo quello dell'automobile e il 70% dell'acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall'agricoltura, i cui prodotti servono in gran parte a nutrire gli animali d'allevamento.
Nel 2007 la FAO denunciava che gli allevamenti sono la causa di quasi un quinto dell'inquinamento responsabile del riscaldamento del globo terrestre, sottolineando che il settore del bestiame rappresenta una minaccia ambientale in continua crescita. Nella sua relazione ha reso noto che il bestiame ha prodotto il 35-40 per cento delle emissioni di metano e il 65 per cento delle emissioni di ossido di azoto, che è circa 300 volte più dannoso della CO2, per il riscaldamento globale.
L’impronta ecologica (footprint) di chi mangia carne è molto più elevata di chi non la consuma: si è calcolato che essa incide per circa il 30% in più e, come se ciò non bastasse, il consumo di carne su scala internazionale sta aumentando costantemente, soprattutto nei paesi emergenti. La popolazione umana è in continua crescita ed è molto vorace: stiamo consumando velocemente le risorse del pianeta e lo stiamo facendo in modo irresponsabile, come se fossero illimitate.


per chi muore di fame

perché è socialmente responsabile e consente una più equa distribuzione delle risorse alimentari, in un mondo che conta oggi oltre 800 milioni di persone malnutrite
Se mangiassimo tutti vegan ci sarebbe cibo più che a sufficienza per tutti, siccome la terra che oggi serve per nutrire una sola persona che consuma carne sarebbe sufficiente a sfamarne ben 20 vegane! Inoltre, destinando un ettaro di terreno all'allevamento bovino, in un anno otteniamo 66 kg di proteine, contro i 1868 kg di proteine (28 volte di più!) che invece otterremmo destinando, ad esempio, lo stesso terreno alla coltivazione della soia.Un bovino ha un'efficienza di conversione delle proteine animali di solo il 6%, consuma cioè 790 kg di proteine vegetali per produrre meno di 50 kg di proteine animali.
Negli ultimi 50 anni la produzione mondiale di carne si è quintuplicata e questo trend è in continua crescita, mentre sono milioni gli acri di terra che nel Terzo mondo vengono utilizzati esclusivamente per la produzione di mangime destinato all'allevamento del bestiame europeo. L'80 per cento dei bambini che nel mondo soffrono la fame vive in paesi che di fatto generano un surplus alimentare che viene però per lo più prodotto sotto forma di mangime animale e che di conseguenza viene utilizzato solo da consumatori benestanti.
Gli animali da allevamento sottraggono al diretto consumo umano circa un terzo dei cereali prodotti in tutto il mondo, mentre con un etto di cereali si sfama tranquillamente un umano ma di certo non una mucca!
Alcuni nutrizionisti ed ambientalisti americani hanno calcolato che se venisse destinata all'alimentazione umana la quantità di cereali e di soia comunemente impiegata per l'allevamento del bestiame da macello degli Stati Uniti, verrebbe cancellata la piaga della fame nel mondo.

per la nostra salute
perché migliora e preserva il tuo benessere psico-fisico

Perché mangiare vegan è anche molto salutare, considerato che gli esseri umani anatomicamente sono animali frugivori, e quindi costituzionalmente e fisiologicamente assai poco adatti al cibo di origine animale, a cui si sono però adeguati culturalmente o per necessità di sopravvivenza in mancanza di cibi più idonei.Sempre più studi testimoniano come un’alimentazione basata sui cibi vegetali sia protettiva nei confronti di numerose patologie cronico-degenerative mentre il consumo di grassi saturi, colesterolo e proteine animali predispone all’insorgenza di obesità, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, osteoporosi, gotta, demenza senile e tumori.
I
morti dovuti alle malattie cardiache (soprattutto infarto) hanno ormai raggiunto cifre da veri e propri bollettini di guerra: ogni anno i decessi sono 17 milioni nel mondo, di cui 4 milioni nella sola Europa. Tuttociò mentre recenti studi americani ed europei hanno dimostrato che una dieta vegetariana equilibrata e povera di grassi permette di ridurre il rischio di cancro del 40%, di infarto e altre malattie cardiache del 30%, di diabete del 60%, di calcoli al fegato del 60%, di obesità del 40%, di intossicazioni alimentari dell’80%, di ipertensione dal 22 al 68%. Numerosi studi scientifici ci confermano che una sana alimentazione a base vegetale aiuta efficacemente a prevenire e spesso anche a curare la maggior parte delle malattie oggi più diffuse, inclusi diversi tipi di tumori e molte malattie degenerative tipiche dei paesi ricchi (vedi anche www.scienzavegetariana.it ewww.VegPyramid.info e il libro La Cucina Diet_Etica).
L’American Dietetic Association e i Dietitians of Canada affermano che le diete vegetariane/vegane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di numerose patologie cronico-degenerative.
Non solo, un’alimentazione vegana varia ed equilibrata risulta appropriata per tutti gli stadi della vita dall’infanzia alla senescenza inclusi gravidanza, allattamento e svezzamento (Ada Report, 2003). Trovate il documento completo (sia l’originale in inglese che la traduzione i italiano) a questo link:
http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ADA_ital.htm.Insieme all’American Dietetic Association sono sempre più numerose le Società Scientifiche che consigliano di basare la propria dieta su cibi vegetali come:

• American Institute for Cancer Research (Dc:Airc; 1997)• World Cancer Research Found (Dc:Airc 1997)• American Cancer Society (Ca Cancer J Clin 2002; 52:92-119)• American Heart Association (Circulation 2000;102:2296-2311)• Heart and Stroke Foundation of Canada (http://ww2.heartand-stroke.ca)• National Institute of Health (Circulation 1999;100:450-456)• American Academy of Pediatrics (Circulation 1999;100:450-456).
Più salute significa anche più indipendenza e libertà, maggiori opportunità e consapevolezza, che sono invece condizioni difficili da mantenere quando si dipende pesantemente da strutture e istituzioni.

Mai come nel caso del cibo che mangiamo, la scelta sta soprattutto a noi e non è delegabile ad altri. Siamo noi stessi a fare la differenza e a dare la direzione e il senso del nostro agire e del nostro essere.

Libertà e salute dipendono prima di tutto dalle scelte di ciascuno di noi: anche questa è consapevolezza.





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