martedì 29 novembre 2011

amici x disabili umani -cani archivio 1

venerdì, 16 settembre 2011
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http://www.petsblog.it/post/3014/madison-il-cane-tranquillante

Madison, il cane "tranquillante"

 

A dispetto di chi chiede l’accesso ai luoghi pubblici per i pets c’è chi proprio non ne vuole sentire parlare. In una scuola dell’Oregon un bambino sofferente di autismo ha dovuto lottare per avere accanto a se il proprio cane. Non è un capriccio e la cosa è finita davanti ad un giudice. Una causa durata tre lunghi anni basata tutta su un unico cavillo: Madison è un service dog e non un therapy dog. La differenza è che un cane “terapista” ha accesso in aula mentre un cane “da sostegno” no.
Scooter, come detto, soffre di autismo e accade che in alcuni momenti si faccia prendere dall’ira,e questo crea un grande problema per la socializzazione e l’apprendimento del bambino. Il giudice ha capito quanto Madison sia importante per Scooter. Il cane, un pastore tedesco, percepisce in anticipo gli stati d’ansia del suo amico e lo tocca con una zampa o con il muso facendolo così calmare. Il giudice ha capito l’importanza della presenza di Madison accanto a Scooter e ha provveduto a cancellare quel cavillo lessicale. Un fantastico esempio di Pet Therapy “preventiva”.
Via| Oregon Live
Foto| Flickr
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giovedì, 01 settembre 2011
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http://www.petsblog.it/post/3113/anche-in-italia-finalmente-i-cani-per-non-udenti

Anche in Italia, finalmente, i cani per non udenti

Pubblicato: mercoledì 06 aprile 2011 da luca
I nostri amici cani non aiutano solo i non vedenti. Certo, quella del cane guida è in assoluto la “professione” più conosciuta che riguarda i nostri amici quadrupedi ma non è l’unica. Sapevate che, ad esempio, i cani vengono addestrati per aiutare anche i non udenti? Vi sembra strano? provate a tapparvi le orecchie e pensate a quante cose non potete fare. Non sentireste vostro figlio che piange, non sentireste il telefono che suona, non sentireste le sirene delle ambulanze o altri segnali di emergenza e così via.
Negli USA sono già molti gli Hearing dogs e, adesso, arriveranno anche in Italia. Non servono solo ad aiutare non udenti ed audiolesi per lo scopo principale dell’addestramento ma, come al solito, sarebbero un sostegno emotivo e psicologico per il padrone, proprio come lo sono nel caso dei non vedenti e di tutte quelle persone per le quali i cani fanno la pet therapy. Quello che cambia tra cani guida e hearing dog è la dimensione. mentre per i primi è indispensabile che siano di taglia grande per poter guidare agevolmente il proprio amico bipede, per i secondi la taglia non conta, possono farlo sia i jack russel che i mastini. Se ve lo state chiedendo, riguardo al “sentire” il suono del telefono, è una cosa che riguarda solo i portatori di apparecchio acustico.
Via| Infooggi
Foto| Flickr
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mercoledì, 31 agosto 2011
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http://www.petsblog.it/post/3629/pitbull-come-baby-sitter-una-gallery-tenerissima

Pitbull come baby sitter. Una gallery tenerissima

Pubblicato: sabato 20 agosto 2011 da Roberto Russo
Pitbulll come baby sitter
Che ci crediate o meno, per moltissimo tempo i pitbull sono stati considerati degli ottimi baby sitter, tanto da essere chiamati i “cani babsysitter”. La scelta cadeva su di loro per via della loro facilità di interazione con i più piccoli e perché sapevano come stimolarli. Di questa capacità di babysitteraggio dei pitbull ne rimane traccia nelle moltissime fotografie che ritraggono i cagnoni con i bambini.
È un vero peccato che, ora, i pitbull siano così demonizzati nell’immaginario collettivo. Del resto loro sono sempre gli stessi. E, tanto per cambiare!, la “colpa” è di noi umani…
Pitbulll come baby sitterPitbulll come baby sitterPitbulll come baby sitterPitbulll come baby sitter
Pitbulll come baby sitterPitbulll come baby sitterPitbulll come baby sitterPitbulll come baby sitter
Pitbulll come baby sitterPitbulll come baby sitter
Via | DamnHot
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mercoledì, 31 agosto 2011
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http://www.petsblog.it/post/3043/cane-sordo-impara-il-linguaggio-dei-segni

Cane sordo impara il linguaggio dei segni

Pubblicato: giovedì 24 marzo 2011 da luca
Un bassotto di nome Sparky ha imparato a capire quello che gli si dice. Nulla di particolare, penserete voi, anche il mio cane/gatto/coniglio eccetera, capisce quello che gli dico. Qui la situazione di partenza è lievemente diversa. Vi ricordate quando vi abbiamo insegnato a riconoscere i segnali che lancia il vostro cane? beh, Sparky ha fatto il percorso opposto. Il bassottino in questione è stato abbandonato ma ha avuto la fortuna di essere “adottato” da una scuola per ragazzi audiolesi del Missouri. La cosa non è casuale visto che anche Sparky è sordo.
La cosa non è stata percepita immediatamente. I primi giorni i responsabili della struttura non si erano nemmeno accorti di questo deficit uditivo del cane ma hanno intuito qualcosa quando si sono resi conto che Sparky non reagiva agli stimoli acustici. I ragazzi sordomuti, in compagnia di alcuni ragazzi del locale riformatorio impegnati in lavori socialmente utili, si sono adoperati per isegnare a Sparky ad interpretare il linguaggio dei segni. Sparky, adesso, sa rispondere esattamente a tutti i comandi che un cane normodotato conosce. Oramai conosce il “seduto”, il “no” e tanti altri comandi. Sia per i ragazzi del centro che per quelli del riformatorio Sparky è un “pet therapist” prezioso per la responsabilizzazione e per l’amore verso i diversamente abili.
mercoledì, 31 agosto 2011
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http://www.petsblog.it/post/3622/una-vita-da-regina-dei-cani-sindrome-di-asperger-e-pet-therapy

Una vita da regina... dei cani. Sindrome di Asperger e pet therapy

pubblicato da Roberto Russo in: Libri e riviste Pet Therapy

Una vita da regina... dei cani. Sindrome di Asperger e pet therapyLuisa Di Biagio – addestratore ENCI, tecnico abilitato all’addestramento dei cani da Pet Therapy, psicologa e counselor esperta in attività e terapie assistite dagli animali – ha pubblicato per i tipi della Erickson un intenso libro di memorie dal titolo Una vita da regina… dei cani. Memorie e riflessioni di una persona Asperger.
La sindrome di Asperger – di cui parla, per esempio, anche Jodi Picoult nel suo romanzo Le case degli altri
è collocata, come l’autismo, tra i Disturbi Pervasivi delle Sviluppo, e si discute tuttora se essa debba considerarsi una forma mite di autismo, o se costituisca un disturbo a sé stante. C’è chi la identifica con l’HFA (High Functionning Autism, tradotto letteralmente: autismo ad alto funzionamento) che è quella parte dello spettro autistico che riguarda i soggetti “verbali” con un buon quoziente intellettivo, e chi invece la ritiene da essa distinguibile principalmente per il più precoce sviluppo del linguaggio.
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giovedì, 25 agosto 2011
http://www.arca2005.com/usa-detenuto-addestra-cane-per-bimbo-autistico

USA: detenuto addestra cane per bimbo autistico

Si conoscono ormai da tempo i benefici che specifici cani da terapia possono apportare ai bambini autistici. Ma uno di questi cani in particolare, di cui ha parlato recentemente il Denver Post, ha attratto la nostra attenzione. Si tratta di Clyde, addestrato appositamente per Zack Tucker, un bimbo di nove anni residente a Colorado Springs e affetto dalla Sindrome di Asperger.
Particolare ancora più curioso: Clyde, un labrador color cioccolato, è stato addestrato alla perfezione presso la Sterling Correctional Facility, un istituto penitenziario, dal detenuto per omicidio Christopher Vogt. L’uomo è ora un amico anche del piccolo Zack.
La passione di Vogt per gli animali e la sua capacità di educarli hanno convinto gli amministratori del penitenziario, che danno al detenuto la possibilità di lavorare regolarmente con il bambino, e di insegnargli ad interagire correttamente con Clyde.
Uno dei metodi di addestramento di Vogt consiste nello studio attento del paziente che il cane dovrà aiutare. Una sorta di vero role-playing, dunque, che insegna all’animale come interagire in praticamente ogni situazione.
Nel 2002, Vogt ha passato mesi su una sedia a rotelle addestrando un cane a recuperare e restituire oggetti. In pratica, da anni “finge” di essere il futuro padrone del cane che educa e ne veste i panni, handicap compresi. Tra i suoi clienti, vi sono stati un ragazzino con una paralisi cerebrale ed una ragazza vittima di violenza carnale.
Ora, naturalmente, si comporta come se soffrisse di autismo.
Dal momento che il piccolo Zack si sente facilmente confuso e la sua reazione è quella di scoppiare in lacrime, Vogt, addestrando Clyde, si copre spesso il volto simulando il pianto. Ha insegnato al labrador che quando il ragazzino si comporta così, Clyde deve farlo smettere toccandogli il viso con il muso.
Christopher Vogt è stato condannato a 48 anni di reclusione per un omicidio di secondo grado commesso nel 1999 e potrà forse uscire sulla parola solamente nel 2018. In carcere ha conquistato il diploma di educatore cinofilo, insegna ad altri detenuti a diventarlo e ha scritto due libri illustrati per bambini, di cui uno intitolato ‘Il tuo amico a 4 zampe’.
Il detenuto è stato retribuito dai genitori di Zack con 450 dollari per il suo lavoro, mentre il carcere, che mette a disposizione l’area di addestramento, viene risarcito dalla famiglia del bambino con la cifra simbolica di 50 dollari al mese. Zack viene lasciato con Voigt ad ogni lezione, e i suoi genitori non sembrano affatto preoccupati.
“Crediamo che sia un uomo meraviglioso, molto in sintonia coi bisogni di nostro figlio”, dicono.
Non appena il training sarà terminato, Clyde andrà a casa con Zack, e diventerà il suo cane.
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lunedì, 08 agosto 2011
http://www.fidomicio.provincia.ancona.it/Engine/RAServePG.php/
P/412510050300/M/250010050303

CANE 'MEDICO', AIUTA IN CASI AUTISMO E NARCOLESSIA

Che il cane fosse il migliore amico dell'uomo lo si sapeva già da tempo. Ma a confermare quanto questo animale possa 'far bene' alla nostra salute lo dicono alcuni nuovi studi, da cui emerge che Fido non solo aiuta a ridurre lo stress nelle famiglie con bambini autistici, ma può svolgere anche la funzione di 'guardiano' con le persone narcolettiche. A spiegarne i dettagli è la Bbc.
La Reale società di medicina del Regno Unito ha infatti annunciato l'utilizzo degli 'alert dog' (cani guardiani) per aiutare le persone narcolettiche. Il primo esemplare è stato messo al fianco di una giovane ragazza. "Siamo ancora all'inizio - spiega Claire Guest, capo esecutivo dei Medical Detection Dogs - ma nutriamo grandi speranze. Se avrà successo, questo cane potrebbe cambiare la vita di questa ragazza".
Ma i cani sono un alleato low-cost e low-tech che possono dare un valido aiuto anche per altre malattie. Ad esempio un ente di ricerca benefico li sta usando per rilevare i tumori alla prostata e alla vescica, mentre ricercatori dell'università di Lincoln, mettendo a confronto 20 famiglie con cane e 20 senza, hanno visto che questi animali riducono lo stress dei genitori di bambini autustici, migliorando la comunicazione e le relazioni familiari. I cani rendono migliore il comportamento del bambino autistico e lo aiutano a sviluppare un linguaggio e una routine.
Il bambino infatti, vedendo il cane compiere alcune azioni che all'inizio lo spaventavano o non gli piacevano, lo imita e le compie anche lui: riesce ad esempio a uscire fuori dalla porta (che per lui è come camminare su un burrone), mangiare cibi diversi e prendersi cura di se stesso con l'igiene. "Il bambino pensa - spiegano i ricercatori - che se lo può fare il cane, può farlo anche lui".
(ANSA)

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lunedì, 01 agosto 2011

http://www.gattopoli.it/news/prato-cani-nelle-corsie-ospedaliere.html
PRATO: CANI NELLE CORSIE OSPEDALIERE
CANI NELLE CORSIE OSPEDALIERE "NESSUN RISCHIO MA DIFFICILE DA ORGANIZZARE"
Reazioni alla decisione del Comune di Prato.

  
25 lug 11 «I cani in corsia? Se sono tenuti bene e sani non ci sono problemi per i ricoverati, piuttosto credo che le difficoltà possano essere organizzative». Francesco Leoncini dirige le malattie infettive ospedaliere di Careggi, vive in campagna e ha due cani e tre gatti. Non vede problemi dal punto di vista sanitario per la presenza degli animali in reparto. «Intanto però, vorrei sottolineare come ci sia differenza tra i cani e i gatti, che possono scappare più facilmente, cosa che non va bene in un reparto».


Ma il contatto con gli animali non mette a rischio la salute di chi è ricoverato? Non c´è la possibilità che vengano trasmesse malattie a chi è già in condizioni di salute difficili? «Se il cane è ben tenuto non c´è nessun pericolo - dice sempre Leoncini - Non ci sono rischi legati al passaggio di malattie. Ovviamente ci sono certi reparti intensivi in cui la loro presenza non può essere accettata». Al primario è capitato varie volte di avere cani nel suo reparto. «Non proprio dentro - spiega - noi abbiamo un ballatoio accanto all´area di degenza ed è successo che su richiesta di pazienti, magari ricoverati a lungo, abbiamo fatto venire i loro cani a trovarli e si sono incontrati in quella zona». Nessun problema dunque al via libera ai cani? «Insomma, mi sembra che la cosa possa avere delle criticità più dal punto di vista organizzativo. Intanto bisogna che agli altri ricoverati gli animali non diano fastidio e poi non devono richiedere l´intervento del personale del reparto. È necessario che ci sia sempre un accompagnatore dell´animale, che non può assolutamente restare solo con il paziente. Se il cane facesse i suoi bisogni sarebbe un bel problema. Ovviamente sarebbe meglio avere uno spazio all´aperto vicino ma spesso non è così».

Sempre a Careggi, il direttore sanitario Valtere Giovannini non vede problemi nella presenza dei cani. «Basta che il primario o più in generale il reparto valuti bene la situazione e decida di conseguenza. Dobbiamo fare il possibile per far stare meglio i nostri pazienti e se gli animali servono a questo, ben vengano». Paolo Morello è il direttore generale dell´azienda ospedaliera di Siena. Quando era il numero uno del Meyer ha introdotto la pet therapy, poi avviata in altre realtà. «Il successo di quell´esperienza può essere un buon punto di riferimento - spiega - in soldoni si tratta di far avvicinare un animale, in quel caso appositamente addestrato, al letto del malato per stimolarlo positivamente dal punto di vista psicologico. È ovvio che questa stimolazione possa essere ancora maggiore con l´animale di proprietà». Quello di Morello non è però un via libera incondizionato. «Credo che le direzioni sanitarie delle aziende debbano valutare tutti i rischi e solo a quel punto dare il via libera. Non ci devono essere conflitti tra gli aspetti psicologici positivi e quelli organizzativi da un lato e igienico sanitari dall´altro».
(mi.bo.) - La Repubblica Firenze
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martedì, 14 giugno 2011
http://larrestodelcarlino.myblog.it/archive/2011/06/10/un-cane-riesce-a-svegliare-una-ragazza-affetta-da-narcolessi.html

14/06/2011

Un cane riesce a svegliare una ragazza affetta da narcolessia

La sveglia con le orecchie

La vita di una diciannovenne che soffre di una grave forma di narcolessia è radicalmente cambiata grazie a un cane con un particolare addestramento.

Kelly Sears, che vive in Inghilterra, crolla regolarmente addormentata senza preavviso e cadendo per terra si ferisce spesso.

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Ma la sua vita ha subito un'inattesa e meravigliosa svolta grazie all'arrivo di Theo, un cocker spaniel, a cui è stato insegnato a leccarle la faccia finché non si sveglia.

Il cane, che è stato regalato a Kelly dal Medical Detention Dog, un'istituzione no-profit, è l'unico in europa ad evere questo tipo di addestramento specifico.

Prima dell'arrivo del cocker, Kelly rimaneva addormentata per perecchi minuti ma adesso, grazie alle sue amorevoli leccate, si sveglia nel giro di pochi secondi.

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"Da quando c'è lui mi sento più sicura" ha dichiarato Kelly "sia a casa che fuori. Esco più volentieri perché so che c'è qualcuno che si prenderà cura di me se dovessi addormentarmi, cadere e ferirmi".

Il cane è stato anche addestrato a chiamare aiuto nel caso in cui la ragazza dovesse farsi del male in una delle sue cadute.

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Theo infatti è in grado di attrarre l'attenzione dei passanti e di indicare la strada di casa nel caso in cui Kelly non fosse in grado di tornare da sola.
 


Fonte: Daily Mail
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lunedì, 04 aprile 2011

PIPPO

STORIA DI UN CANE E DELLA PADRONA A CUI INSEGNO' LA LIBERTA'



Quando un cane allunga la vita

Post n°671 pubblicato il 30 Marzo 2011 da Passariello2

Se vogliamo vivere in salute e il più a lungo possibile abbiamo a disposizione diversi espedienti. I più gettonati una corretta alimentazione, un esercizio fisico costante, niente fumo e alcol, il giusto numero di ore da dedicare al sonno. Sappiamo a cosa state già pensando: che noia, così sono buoni tutti! Ed allora vi diamo altre ‘dritte’, altrettanto scientificamente comprovate che, quanto le precedenti, contribuiranno senza ombra di dubbio a migliorare la vostra qualità di vita. Per esempio, un matrimonio felice protegge dal rischio di incorrere in un ictus. E’ quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori israeliani dell`Università di Tel Aviv, mentre secondo un’altra ricerca pubblicata dal Journal of Aging and Health chi convola a nozze più volte ha il 34% in più di probabilità di morire, superati i 50 anni, rispetto a chi si limita a un solo matrimonio. La Brigham Young University ha invece indagato sull’impatto che le relazioni sociali, hanno sulla nostra salute. Ebbene, se esistenti e positive allungano le nostre possibilità di sopravvivenza del 50%. I ricercatori americani avrebbero addirittura paragonato l'impatto di una vita povera di amicizie con altri fattori di rischio per la salute, stilando una vera e propria lista. Non avere o avere pochi rapporti amichevoli con gli altri equivale a fumare 15 sigarette al giorno ed è due volte più nocivo dell'obesità.
Ma se il vero amore, quello con la ‘A’ maiuscola, non si incontra proprio dietro l’angolo e trovare un amico é, secondo un noto proverbio, come trovare un tesoro, per andare sul sicuro abbiamo un’altra opzione: condividere la nostra vita con un cane, non a caso il migliore amico dell’uomo. Amore incondizionato, salute ed anche divertimento garantiti. Insomma, si tratta di una soluzione davvero molto ‘friendly’.
Ma vediamo cosa ne pensa la scienza.

1. Riduce lo stress
Sulla base di una ricerca della State University di New York, si è constatato che quando qualcuno fa un lavoro stressante, il suo livello di stress si riduce se possiede un animale da accudire. A dimostrare la validità dell’asserzione la scelta della prestigiosa facoltà di legge di Yale di aiutare i propri studenti a combattere l’ansia da esame con un “cane da terapia” di nome Monty che sarà a disposizione degli studenti per 30 minuti ciascuno nella biblioteca universitaria.

2. Un vero amico per i bimbi autistici
Una recente ricerca scientifica dell’università di Montreal, pubblicata sulle pagine della rivista Psychoneuroendocrinology, dimostra come il cane sia un insospettabile alleato contro l’ansia dei bambini che soffrono di autismo. Particolarmente sensibili, introversi, riescono difficilmente a intessere relazioni interpersonali, i piccoli autistici troverebbero in Fido un porto sicuro e la migliore medicina contro i loro stati ansiosi. Nel corso della sperimentazione, i ricercatori canadesi hanno affidato a 42 famiglie, con un figlio affetto dalla patologia, un cane addestrato allo scopo, per affrontare senza agitarsi le eventuali crisi del bambino, dopo di che hanno sottoposto ai famigliari un questionario sul comportamento e sui disturbi legati all’autismo e hanno misurato il livello degli ormoni associati allo stress nei bambini, prima e dopo l’arrivo del nuovo membro nella famiglia. Ebbene, confrontando i dati emersi, il merito di Fido è stato lampante: l’ansia è diminuita, così come lo stress e gli episodi di crisi.

3. Abbassa pressione sanguigna
Lo suggerisce uno studio su 100 donne condotto da ricercatori dell'Università di Buffalo di New York, confortato da successivi test del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), Stati Uniti. Gli studiosi, dopo aver seguito per sei mesi le cento volontarie, hanno rilevato che, soprattutto nelle donne più anziane, la presenza degli animali domestici, cani ma anche gatti, ha contribuito a ridurre significativamente l'ipertensione.

4. Fiuta l’ipoglicemia
Shirley, labrador-golden retriever , è l’amico a quattro zampe che ha letteralmente stravolto la piccola vita di Rebecca, una bambina inglese di sei anni affetta da diabete di tipo 1, grazie ai poteri speciali del suo ‘naso’. E’ infatti in grado di percepire con l’olfatto il crollo degli zuccheri nel sangue, che per un diabetico può essere letale. Con lui nel Regno Unito vi sono altri sei cani con questi straordinari poteri di diagnosi, grazie a un addestramento specifico, finalizzato a fiutare l’abbassamento dei livelli di glicemia nel sangue. Veri e propri amici pelosi ‘salvavita’, che, quando si accorgono, percependo un particolare odore, dell’abbassamento degli zuccheri sotto il livello di guardia, si attivano per avvertire del pericolo il loro piccolo amico umano, leccandogli la mano. Un alleato davvero prezioso, quando la patologia cronica che affligge il bambino si chiama diabete di tipo 1, una malattia autoimmune che costringe a un controllo continuo dei livelli glicemici nel sangue e una somministrazione quotidiana di insulina.

5. Previene ictus e infarto
“Se hai un cane, il rischio di infarto diminuisce del 30%, il rischio di ictus del 40%”. E’ sufficiente la sua presenza per abbassare il battito cardiaco e rallentare la respirazione. Parola del Dr. Robert Becker, noto ricercatore della Syracuse University di New York, autore di “Il tuo cane: istruzioni per l’uso”. Secondo Becker, se qualcuno subisce un attacco di cuore ed è proprietario di un cane, ha un’ aspettativa di vita otto volte superiore rispetto a chi ne è privo.

6. E’ più efficace della palestra
I ricercatori della Michigan State University hanno studiato fino a che punto il miglior amico dell'uomo fa bene alla salute degli umani. L'indagine, pubblicata sull'International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, si è concentrata sulle abitudini di 5.900 cittadini, 2.170 dei quali proprietari di un cane, rilevando che chi possiede una bestiola, si muove mediamente mezz'ora al giorno – almeno tre uscite al di’, di una decina di minuti l’una - per sette giorni, regolarità riscontrabile solo in un terzo degli intervistati senza animale. A conti fatti, fa il doppio dell'attività fisica di chi è abbonato ad una palestra, dal momento che le statistiche ci dicono che la frequenza media è di 1 ora e 20 minuti settimanali. Ma non è tutto: il 70% degli iscritti considera questo impegno un peso, un qualcosa che deve pare per forza. Al contrario, solo il 22% delle persone che posseggono un cane ritiene che si tratti di un dovere e non di un sano divertimento. Teniamo inoltre presente che il 47% della popolazione italiana ammette di non fare alcuna attività fisica e che il portare il Fido a passeggio, in oltre il 57% dei possessori di cani, é spesso l’unica fonte di esercizio.

7. Un aiuto contro solitudine e depressione
Secondo una ricerca dell'Università di Montpellier e un più recente studio dell’Università del Minnesota l’integrazione con un cane riduce in modo significativo la depressione e solitudine del padrone e interviene positivamente su quello che gli anglosassoni chiamano self-image, vale a dire sul livello di autoconsiderazione. Il rapporto esclusivo che si instaura con il cane fornisce stimoli alle attività, alla creatività, motivazioni a prendersi cura di sé ed una valida occasione per aumentare i contatti sociali, inducendo il desiderio di conoscere, parlare, condividere. Sulla base di questi evidenti e dimostrati benefici sono molte le case di riposo per anziani che hanno introdotto tra i propri ‘ospiti’ fissi proprio questi affettuosi e pelosi quattro zampe.

E se tutto questo non bastasse, accontentatevi allora delle feste e delle coccole che ogni qual volta tornate a casa, anche se vi siete allontanati per solo pochi minuti, gioiosamente vi fa facendovi sentire la persona più amata e importante del mondo. Chi o cosa può darvi tanto? (M. Bocchi - www.gazzetta.it)

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