venerdì, 29 agosto 2008 Fata degli Orsi - Emozioni nel regno animale:anche gli elefanti amano.
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Fata degli Orsi
della Laguna
Messaggio N°277
26-08-2008 - 10:12
Emozioni nel regno animale
anche gli elefanti amano.
.
Una gorilla ha commosso il mondo piangendo il suo piccolo e tentando di rianimarlo
Etologi e neurobiologi spiegano: "Hanno un cervello molto simile al nostro" SE potessero parlare ci direbbero "Mi fai male", "Sono triste", "Sono felice di vederti". Etologi e neurobiologi ne sono sempre più convinti: per quanto riguarda le emozioni l'unica cosa che differenzia animali e uomini è il modo in cui si esprimono. Agli animali mancano gli organi adatti per articolare il linguaggio e quindi per comunicare quel che provano, ma poiché possiedono vista, tatto, attività cerebrale e una buona porzione del Dna simili o, in alcuni casi, quasi uguali ai nostri, a scimmie, cani, corvi, polpi e perfino tartarughe e pesci è giusto attribuire la capacità di amare, soffrire, gioire.
Il dibattito è annoso, ma si è riacceso lo scorso 21 agosto, quando un gorilla di tre mesi, affetto da un difetto cardiaco congenito, è morto nello zoo di Münster, in Germania. Davanti ai visitatori commossi fino alle lacrime, la mamma di Claudio ha cullato e stretto al seno il cadavere per giorni, cercando disperatamente di rianimarlo. Il comportamento della gorilla Gana è stato commentato sui giornali e molti lettori hanno mandato le loro condoglianze all'animale. Di fronte a tanta empatia alcuni scienziati hanno ribadito che è un errore proiettare sugli animali sentimenti che sono solo umani. La risposta di zoologi, etologi e neurobiologi, e soprattutto dell'ultima branca dell'etologia, la neuroetologia, è stata unanime: che gli animali provino emozioni è sotto gli occhi di tutti, ma è ancora difficile provarlo scientificamente.
La valutazione scientifica delle emozioni, argomentano i sostenitori dell'uguaglianza tra uomini e animali, è molto difficile anche per gli esseri umani, quindi perché stupirsi se non si riesce a stabilire quanto dolore prova un cane sottoposto a un intervento chirurgico, cosa sente un elefante quando riconosce il vecchio compagno di zoo, o quanto è depresso un maialino che viene allontanato prematuramente dalla madre. A dirci che i mammiferi e gli uccelli possono sentire le emozioni come noi è il loro cervello, sostengono i neuroetologi, che possiede come il nostro il sistema limbico. Quest'area contiene un insieme di strutture cerebrali che sovrintendono a varie funzioni quali le emozioni, il comportamento e la memoria a lungo termine. Chi ha un animale da compagnia obietta che non ha bisogno di conoscere la struttura cerebrale per definire vergogna quella che osserva nel suo gatto, quando l'animale non riesce ad agguantare una preda e, caduto rovinosamente, si lecca distrattamente una zampa per far finta di niente. Lo psicologo prestato all'etologia Jeffrey Moussaief Masson ha scritto tomi riportando osservazioni ed esperimenti sulle emozioni animali, fino ad affermare che un coniglio è capace di mostrare riconoscenza al gatto che lo ha salvato da un'aggressione.
Le taccole intelligenti di Lorenz sono un caposaldo nella storia dell'etologia, ma ultimamente gli studiosi hanno accertato che i corvi sono in grado di divertirsi e che percepiscono la tristezza umana manifestando solidarietà. Le emozioni non sarebbero appannaggio solo di mammiferi e uccelli: l'intelligenza dei polpi è accertata, in più questi molluschi cambiano colore non solo per mimetizzarsi ma, secondo gli scienziati, per esprimere sentimenti quali la rabbia e la gioia. Perfino i pesci rossi e le tartarughe sarebbero in grado di provare emozioni, come mostrano le loro differenti personalità e capacità di adattamento alle situazioni. Se c'è tanta resistenza ad accettare le capacità emotive degli animali dipende dal modo in cui continuiamo a servirci di loro. Ammettere che soffrono quanto noi significa smettere di ucciderli, maltrattarli, rinchiuderli, smettere, in sostanza, di considerarli inferiori a noi.
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giovedì, 28 agosto 2008 Arava, tartaruga disabile: l'amore allo zoo corre sulle rotelle
L'amica Luisa ci segnala:
http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/tartaruga-disabile/1.html
un abbraccio, luisa
La Repubblica.it
Arava, tartaruga disabile: l'amore allo zoo corre sulle rotelle

"L'amore non ha ostacoli". Non è solo un modo di dire, ne sa qualcosa Arava, la tartaruga disabile che in uno zoo israeliano ha trovato l'amore. "E' arrivata da noi alcuni mesi fa", ha raccontato Shmulik Yedvad, portavoce del Jerusalem Biblical Zoo. "Era paralizzata nelle zampe posteriori e abbiamo dovuto aiutarla con una struttura metallica, con due rotelle, per consentirle di muoversi". Da quel momento per la giovane testuggine la vita è ricominciata, con un inatteso risvolto romantico. Arava, che ha una decina d'anni e pesa circa 25 chili, da quando è arrivata nello zoo ha infatti conquistato il cuore di un compagno e i due oggi sono inseparabili. Gli esperti scommeTtono che a giocare un ruolo in questa storia d'amore siano state proprio le rotelle, che avrebbero impressionato il maschio. Evidentemente gli aforismi non mentono: "la perfezione stanca" e per Arava l'amore corre sulle rotelle
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mercoledì, 27 agosto 2008 Un "cucciolo d'uomo" salvato da China, un meticcio di pastore tedesco
http://fiorirosafioridipesco.splinder.com/post/18162049/STORIE+%28RECENTI%29+DI+ANIMALI
lunedì, 25 agosto 2008STORIE (RECENTI) DI ANIMALI
Storia lieta: Un "cucciolo d'uomo" salvato da China, un meticcio di pastore tedesco
23/8/08. Questa volta siamo nei dintorni di Buenos Aires in Argentina, dove è pieno inverno.
La piccola Esperanza viene abbandonata dalla madre in un terreno incolto, subito dopo il parto. China la salva portandola amorevolmente fino alla cuccia. Lì il bebè, con un principio di ipotermia, viene coccolato e riscaldato dalla cagnetta e dai suoi sei cuccioli. Il pianto continuo della bimba che interrompe la quiete notturna della zona, sveglia il padrone di China, Favio Anze, che con sorpresa scopre quanto è accaduto. L'uomo tira fuori la neonata dall'accozzaglia di pellicce dei "fratellastri", avvisa la polizia e porta la bambina in ospedale, dove è stata curata e battezzata con il nome di Esperanza. La madre è stata rintracciata e trovata in stato di choc emozionale. L'unica certezza è quella espressa dal dottor Melia: "L'istinto materno della cagnetta è stato più forte dell'istinto materno della madre"
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martedì, 05 agosto 2008 Pappagallo si perde ma torna a casa dicendo l'indirizzo
http://magazine.qbr.it/News_WorldInfo-1/Mondo-8/Pappagallo_si_perde_ma_torna_a_casa_dicendo_l&%2339%3Bindirizzo-4022/
Pappagallo si perde ma torna a casa dicendo l'indirizzo

In Giappone un pappagallo che si era smarrito è stato ricondotto alla propria abitazione dalla polizia grazie alle indicazioni fornite agli agenti dallo stesso pennuto. La vicenda ha dell'incredibile e il saper parlare ha fatto ritrovare la via di casa all'uccello.
Yosuke, un pappagallo grigio africano, lo scorso 6 maggio si era perso nella città nipponica di Nagareyama dopo essere uscito dalla propria gabbia. Ritrovato da alcune persone è stato portato alla polizia, ma stranamente il volatile non ha voluto comunicare con gli agenti. Ma quando è stato portato dai poliziotti ad un veterinario per farlo controllare, questi è riuscito a farlo parlare e a quel punto l'uccello ha iniziato a ripetere continuamente il proprio nome e indirizzo di casa. Il pappagallo diceva "Sono il signor Yosuke Nakamura" e continuava dando il preciso indirizzo della propria abitazione con tanto di numero civico.
Gli agenti hanno così proceduto ad alcune verifiche e si sono messi in contatto con la padrona che effettivamente ha confermato di aver perso un pappagallo nelle settimane precedenti. La donna una volta giunta in centrale per recuperare il proprio animale domestico ha raccontato agli agenti che da circa due anni ha insegnato al pappagallo il proprio nome e l'indirizzo proprio per evitare che si potesse perdere.
Davide Nunziante
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lunedì, 04 agosto 2008 Alabama, cane candidato a sindaco
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LE PAGINE DI GATTONA
...giorni felici e nn...

Messaggio N°1716
01-08-2008 - 15:25
Alabama, cane candidato a sindaco

Dopo litigio tra la padrona e politico
Se di politici "cani" se ne sono visti a bizzeffe, di cani politici questo sarebbe il primo. L'idea è venuta alla padrona di un labrador retriever di 7 anni, di candidarlo a sindaco della città, Fairhope, in Alabama, per farsi beffa dei politici che si sfideranno alle urne il 26 agosto. La donna, Tress Turner, che gestisce una caffetteria, ha tappezzato il paese con i manifesti del suo fedele amico dopo un battibecco con un candidato.
L'iniziativa della signora, nota nel piccolo centro per il suo locale molto frequentato dalla clientela, è piaciuta ai concittadini che fanno a gara per aggiudicarsi le magliette con la foto del labrador Willie Bean Roscoe P.
Quanto a lui, ignaro del motivo dell'improvvisa celebrità, anche a detta della sua padrona e di molti osservatori, non ha proprio la stoffa del politico. Gli manca, in particolare, l'arte della diplomazia. "Quando un cane di piccola taglia lo avvicina, Willie rabbrividisce e fa dietrofront" ha spiegato alle televisioni locali la proprietaria.
Tessie Turner ha poi spiegato che l'idea di candidare idealmente il suo cane è nata da una lite con un vero candidato umano. L'uomo aveva affisso alcuni manifesti della sua campagna proprio davanti al locale della Turner, senza chiedere il suo permesso. Così ha deciso di presentare per la corsa alla poltrona di primo cittadino Willie. L'animale è ormai il cane più conosciuto di Fairhope e ha persino un proprio slogan, coniato - sembra - da un politico locale - "Non ha nessuno scheletro nell'armadio. Se li è mangiati tutti".
(gentilmente "fregato" al blog di Pippotto) ;O)))
Passariello2 Blog; PIPPO
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categoria:diario, curiosità
venerdì, 01 agosto 2008 Bambi - La favola del cacciatore «redento» - Salva due cuccioli di capriolo, li accudisce e ora pensa di abbandonare il fucile
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Messaggio N°306
15-07-2008 - 18:54
Bambi

La favola del cacciatore «redento»
Salva due cuccioli di capriolo, li accudisce
e ora pensa di abbandonare il fucile
Piccolo e Grande sono gemelli
di quasi sei chili e mangiano
petali di rosa, sono cuccioli di
capriolo.
Assomigliano a Bambi, il cerbiatto
protagonista del lungometraggio Disney.
E, proprio come nel racconto, i due piccoli
hanno perso la madre, uccisa da un
bracconiere. Un mese fa stavano per
morire di fame. Da soli, nel bosco non
avevano nessuna possibilità di farcela.
Oggi sono vivi, grazie a un cacciatore,
che li sta ancora accudendo.
Una favola moderna tra i boschi
altoatesini.
Andreas Colli, 43 anni, stazza imponente
e due mani abituate ad impugnare fucili,
è il rettore della riserva di Castelrotto.
Dal 1988 va a caccia nei boschi dell'Alto
Adige. Dodici anni fa, nelle foreste al
confine tra Romania e Ucraina, ha ucciso
anche un orso. La pelliccia dell'animale
è appesa nella sala dei trofei, insieme a
volpi e volatili imbalsamati.
Da un mese, la sua vita è cambiata.
Ogni cinque ore torna a casa per scaldare
il latte in polvere. «Deve raggiungere
almeno 39 gradi», dice mentre riempie
i biberon mentre lo aspettano Piccolo e
Grande, due cuccioli di capriolo dal pelo
marrone. «Venite piccoli». I gemelli si
alzano sulle zampe gracili, mentre lui,
tra una carezza e l'altra, li allatta come
avrebbe fatto la madre che non hanno più.
Piccolo e Grande sono stati fortunati.
Andreas li ha salvati da una morte sicura.
La favola del cacciatore e dei caprioli
inizia l'11 giugno con una telefonata.
«Pronto, Andreas, nel bosco due cuccioli
stanno piangendo. Forse è successo
qualcosa», dice una signora. «E'normale,
cercano la madre», la rassicura Colli.
Nel pomeriggio, però, arrivano altre
chiamate.
Andreas si infila gli scarponi e, insieme
al cane Dux, parte alla ricerca degli
animali. «Quando sono arrivato il
corpo della madre era già rigido.
Era stesa lungo il sentiero con il collo
incastrato in un cappio di ferro.
Una trappola di un bracconiere».
Poi la sorpresa accompagnata da un
fischio acuto. «Vicino c'erano i piccoli
che piangevano». Il cacciatore torna a
casa con i cuccioli, ma sa che non sarà
facile salvarli. «Pesavano meno di un
chilo e mezzo. Normalmente sotto i
due chili hanno bisogno del latte
materno per sopravvivere. Inoltre non
sapevo come sfamarli». Alcuni
contadini suggeriscono di usare latte
di mucca. I più scettici, invece, dicono
che i cuccioli non ce la faranno mai.
Attraverso internet ho contattato
un'esperta germanica, che mi ha spiegato
cosa fare». Nelle prime settimane serve
una siringa di latte in polvere per agnelli
ogni due ore. «Poi siamo passati ai biberon,
ai fiocchi di avena e alla terra, elemento
necessario per la digestione.
Adesso non si fermano più. Ogni tanto
entrano in cucina e mangiano le piante.
Adorano i petali di rosa». I due bambi
osservano Andreas con i loro occhioni
nocciola e si avvicinano, senza paura.
Sono addomesticati e non hanno più il
senso del pericolo, dote indispensabile
per vivere allo stato brado.
In casa mi seguono ovunque, anche in
bagno». Ogni giorno, Piccolo e Grande
fanno una passeggiata nel bosco insieme
al cacciatore e alla sua compagna.
Prima di incontrare i due cuccioli
credevo che gli animali fossero tutti
uguali. Poi ho cominciato a conoscere
Grande e Piccolo nel loro ambiente
naturale: il primo è più spavaldo,
si avventura da solo lungo i sentieri.
L'altro, invece, è timoroso, pieno di
paure».
I caprioli resteranno ancora qualche
mese a casa Colli, dove ogni giorno
c'è una processione di visitatori.
Ormai sono salvi e crescono bene,
hanno già perso le macchie di pelo
bianco. Da ottobre potranno correre
liberi nella riserva di Funes».
Quando arriverà il giorno della
separazione i caprioli torneranno
nel bosco e Andreas imbraccerà di
nuovo il fucile: «Ma non sarà più la
stessa cosa - dice accarezzando
Piccolo e Grande - perché, quando
prenderò la mira, penserò anche a
loro».
(14 luglio 2008, Alto adige)
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