http://www.animalinelmondo.it/forum/index.php?showtopic=17545
Storia Di Minni, un'altra storia dei miei mici...
di Zarina
Minni era una bella gatta tricolore/bianco (ok calico).
La prima volta che l'ho incontrata era la festa del Santo patrono dell'isola, il 14 maggio, ed io scendevo per una delle stradine che collegano la piazzetta al porto.
Improvvisamente mi trovo tra i piedi una micetta di circa 5 mesi, con due occhi verde smeraldo un po' obliqui... da vera gatta! Da come si avvicina e fusa, con la codina in alto un pensiero si fa subito strada... "ecco che ne hanno buttata un'altra per strada prima del primo calore...".
La gattina sta bene, la strada non è carrozzabile ed io incrocio le dita e spero che sia di qualcuno che abita da quelle parti e proseguo.
Mese di agosto, telefono: - Antonella? -
Io: Sì?
- Sono S.... stavo tornando a casa dal mare e salivo a piedi... ed ho trovato... un gatto... è terribile... credo stia morendo... è pieno di mosche... puzza... Non so che fare, ma non voglio lasciarlo nel cortile dove sta...
- Va bene, portalo da me, vediamo se si può fare qualcosa -
fine I parte... eh eh eh
Quando apro lo scatolo la prima cosa che mi colpisce è il terribile odore di putrefazione... anzi, no, è un odore diverso, quello della cancrena.
Purtroppo davanti ai miei occhi c'è la bella gatta dagli occhi verdi, vittima sicura di un'auto che le ha fracassato un femore. Sembra in coma. A giudicare dallo stato avanzato di disidratazione e di cancrena della zampa fratturata si trova in quelle condizioni da almeno tre giorni.
- Sta morendo vero? - la ragazza mi guarda con un misto di speranza e disperazione...
- era a terra nel cortile di una casa... con tutte le mosche addosso... quando sono passata ha alzato la testa e mi ha guardato... non potevo lasciarla! I proprietari della casa hanno detto che il gatto non era il loro! -
Prendo coraggio e tiro la gatta fuori dallo scatolo. E' completamente abbandonata, non reagisce, ma al tatto mi sembra calda. Passo a guardare la zampa. La frattura è scoperta e la zampa posteriore è ormai perduta, piena di vermi che brulicano nella ferita. Prendo il termometro e vedo la temperatura. 39,5°.
La micia, sempre tenendo gli occhi ben chiusi, incomincia a FUSARE!!!
Ha la febbre, questo vuol dire che il suo organismo non si è ancora arreso alla cancrena ed alla disidratazione. La parte superiore della coscia ha ancora un colore roseo.
Una dose massiccia di anestetico e le atroci sofferenze di questa gatta sarebbero finite... eppure lei sta facendo le FUSA!
Contatto la mia vet. di fiducia che mi consiglia flebo reidratante e antibiotico in vena, ma lei è in Puglia, e se la gatta si riprende comunque non può operarla... ma noi tentiamo!
Una volta che somministrai soluzione fisiologica ed antibiotico in vena per alcune ore la gatta incominciò a reidratarsi. Durante tutto il tempo della terapia, mentre la ripulivo dalle larve di mosca (bleah) continuò a fare le fusa, mantenendo quei suoi bellissimi occhi verdi chiusi.
Ho sempre creduto che pensasse di trovarsi in un sogno e che al riaprirsi degli occhi tutto sarebbe scomparso...
Nel frattempo riuscii a contattare una veterinaria che gestiva un rifugio per randagi in provincia di Napoli. La conoscevo perchè collaborava saltuariamente con la sezione della lega di Capri. Le spiego la terapia messa in atto e le chiedo se non sia il caso di reidratarla e somministrarle antibiotici per un paio di giorni prima di procedere all'amputazione della zampa, ma lei fu irremovibile. La gatta andava operata subito!
- Mettila in un trasportino grande, qui ho tutte le gabbie piene, così dopo operata la tengo un paio di giorni prima di rimandartela. -
In serata la gatta si era alzata su tre zampe e si era recata a bere, bene... adesso avrebbe "solo" dovuto superare l'intervento! La mattina sistemo la micia nel trasportino più grande che ho e la do a S. che si era offerta di portarla nell'ambulatorio (P.S.= fino a due/tre anni fa sull'isola non c'era un veterinario stabile) e la gatta parte per un lungo viaggio.
Alle 13.30 squilla il telefono, era la vet.: - Ho operato la gatta, l'ho anche sterilizzata, ma qui non posso tenerla, l'ho fatta mettere sull'aliscafo delle 13.00 - (!!!!)
Faccio presente che Napoli-Capri 50 minuti, casa mia-porto a piedi 30 minuti e con la funicolare dipende dalle code!!!
Insomma corsa a perdifiato per recuperare la povera micia. Quando prendo il trasportino sono convinta che la gatta sia morta! Invece è ANCORA completamente anestetizzata. Telefonata alla vet. che mi risponde: - era grave, se non si risveglia PAZIENZA - !!!
Contando fino a duemila faccio altra soluzione fisiologica in vena, in modo da aiutarle a smaltire l'anestetico, e per farle abbassare la temperatura (non dimentichiamoci che questa povera gatta ha fatto Capri-Na - amputazione-sterilizzazione e ritorno in 5 ore nel mese di AGOSTO!)
Verso sera Minni, ormai questo era il suo nome, si risveglia completamente e va a bere... ed io tiro un sospiro di sollievo!
Ma, il giorno dopo...
eh eh eh eh...
La mattina dopo l'intervento mi alzo di buonora per controllare la micetta. Sei ore prima stava benissimo, perciò prendo un po' di cibo e mi avvicino contenta alla cuccia. L'unico segno di vita della gatta è il suo sguardo obliquo smeraldo... ma non si muove!!!
COMPLETAMENTE PARALIZZATA!
Non vi dico la mia disperazione, tanta fatica, corse, contatta veterinari e poi... questo!
La dottoressa che l'aveva operata mi dice che probabilmente è lo shock per l'intervento, ma io sono piuttosto perplessa. La gatta camminava già a tre zampe, e la sera si era alzata per andare a bere... no, proprio non mi convince.
Alla fine, insieme alla mia veterinaria di fiducia pensiamo che la gatta abbia avuto una trombosi, cosa purtroppo frequente in interventi di amputazione. Ma sono convinta che se Minni non fosse stata messa per strada con quel caldo pazzesco subito dopo operata non sarebbe successo nulla...
Cominciai subito una terapia appropriata per le trombosi, sperando che presto Minni si riprendesse, ma i giorni passavano senza alcun miglioramento.
Minni muoveva soltanto la testa, le zampe anteriori, quella posteriore e persino la coda erano irrigidite ed immobili. Dovevo imboccarla, cambiarle il fianco su cui giaceva ogni due/tre ore, lavarla poichè non poteva fare i suoi bisogni normalmente.
A turno con mia madre le massaggiavamo le zampette, le piegavamo le articolazioni, in modo che non perdesse completamente il tono muscolare e soprattutto per alleviarle il dolore portatole dai crampi... insomma fisioterapia.
Minni sembrava comunque felice di tutti questi trattamenti, mostrava il suo disappunto solo quando la immergevo in una bacinella per lavarla. Allora i suoi stupendi occhi verdi si riducevano a due fessure e lampeggiavano.
Ma la vera angoscia la provava quando sentiva ronzare gli insetti, sicuramente ricordava quando le mosche le avevano deposto le uova nella zampa ferita!
Il mese di agosto finì e così le mie ferie, poi passò anche settembre e la gatta non mostrava alcun miglioramento. Ad ottobre fui costretta a chiedermi se fosse giusto mantenere un gatto come un vegetale... la risposta fu negativa. Minni era completamente dipendente da noi, persino per bere. Non era affatto giusto... telefonai alla dottoressa e fissammo un appuntamento. Erano trascorsi tre mesi, oramai non c'era più nulla da fare.
Con la morte nel cuore decidemmo per l'eutanasia. Era l'ultimo martedì di ottobre, ed il vet. sarebbe venuto il giovedì...
(continua)
E' mercoledì. Vado a lavoro dopo aver accudito Minni. Confesso che non l'ho quasi guardata, mi fa troppo male la decisione che ho DOVUTO prendere, ma le mie giornate lavorative sono pienissime, e accudire la gatta peserebbe soltanto su mia madre. Lei si occupa volentieri di Minni, ma continuo a ripetermi che non è giusto mantenere un animale in quelle condizioni.
Telefonata di mezzogiorno: Minni ha mangiato, ha fatto cacca, insomma tutto "normale", purtroppo.
Sono le 19 quando torno a casa ed apro la porta della mia stanza. I miei avevano un impegno e sono fuori. Minni è al solito posto sul mio letto, gira gli orecchi verso la porta. (Occhi ed orecchi sono le uniche cose che muove...).
Quando sta da sola la mettiamo girata verso la finestra, così può guardare fuori... che tristezza! Dentro di me la convinzione che costringerla ancora a vivere così è soltanto egoismo. Del resto sia la mia vet. di fiducia che quella che l'ha operata hanno detto che tre mesi senza alcun miglioramento non lasciano alcuna speranza.
Sul letto c'è un biglietto di mia mamma, dato che non c'incontriamo quasi mai abbiamo l'abitudine di lasciarci bigliettini... ma questo non è un bigliettino... è un cartello scritto a caratteri cubitali...
- EVVIVA LA GATTINA SI E' LAVATA!!! -
...lavata? come lavata? ma se non allunga neanche il collo? Confesso che penso ad un'invenzione di mia madre per evitare l'eutanasia...
ma mentre carezzo Minni noto che ha una minore rigidità del collo. Allora prendo un po' di omogenizzato e glielo spalmo su una zampa anteriore... e lei allunga il collo e lo lecca!
IL PRIMO SEGNO DI CAMBIAMENTO DOPO MESI!
Inutile dirvi che l'eutanasia è immediatamente RIMANDATA!
Da quel giorno in cui Minni aveva ricominciato a lavarsi la strada fu tutta in discesa!
In pochi giorni ricominciò a muovere la coda, poi le zampe anteriori ed infine anche quella posteriore e... voilà, si alzò e camminò come se non avesse mai fatto altro!
Non ho mai capito se davvero fosse stata colpita da una trombosi, oppure se la sua paralisi fosse dovuta davvero allo shock postoperatorio... ed anche la sua ripresa, diciamo in extremis, ha qualcosa di miracoloso (o di furbesco). Comunque, per evitarle qualsiasi altro stress, Minni rimase a casa nostra.
(Forse non vi ho detto che la ragazza che l'aveva trovata era disposta ad adottarla...).
Della sua bruttissima avventura, oltre a sole tre zampe, le rimasero un leggero strabismo ed una paura folle del ronzio degli insetti... bastava che sentisse volare una mosca che correva a nascondersi sotto il letto!
Nonostante il suo handicap correva come un treno, era sempre la prima a correrci incontro quando rientravamo in casa.
E nei suoi occhi verdi, quando alzava la testa ed incrociava il tuo sguardo, potevi leggere un'infinita gratitudine...
(mia mamma diceva sempre che Minni ci guardava con occhi da cane... tanto per darvi un'idea!)
EPILOGO
Da qualche anno Minni non è più con noi. Purtroppo un tumore ce l'ha portata via all'età di undici anni. Era così attaccata alla vita che nonostante avesse l'addome ed i polmoni pieni di liquido continuava a mangiare. Quando le abbiamo fatto la puntura stava stesa al sole, con le ultime forze si era trascinata fuori, per godere fino all'utimo della vita che comunque era stata abbastanza buona con lei.
Ancora oggi mi mancano i suoi occhi obliqui, la sua andatura saltellante, ed il suo carattere dolce, caparbio ed affettuoso.

Minni era una gattina davvero speciale, ed anche adesso, a quasi quattro anni dalla sua scomparsa, ci manca tantissimo...
Storia Di Minni, un'altra storia dei miei mici...
di Zarina
Minni era una bella gatta tricolore/bianco (ok calico).
La prima volta che l'ho incontrata era la festa del Santo patrono dell'isola, il 14 maggio, ed io scendevo per una delle stradine che collegano la piazzetta al porto.
Improvvisamente mi trovo tra i piedi una micetta di circa 5 mesi, con due occhi verde smeraldo un po' obliqui... da vera gatta! Da come si avvicina e fusa, con la codina in alto un pensiero si fa subito strada... "ecco che ne hanno buttata un'altra per strada prima del primo calore...".
La gattina sta bene, la strada non è carrozzabile ed io incrocio le dita e spero che sia di qualcuno che abita da quelle parti e proseguo.
Mese di agosto, telefono: - Antonella? -
Io: Sì?
- Sono S.... stavo tornando a casa dal mare e salivo a piedi... ed ho trovato... un gatto... è terribile... credo stia morendo... è pieno di mosche... puzza... Non so che fare, ma non voglio lasciarlo nel cortile dove sta...
- Va bene, portalo da me, vediamo se si può fare qualcosa -
fine I parte... eh eh eh
Quando apro lo scatolo la prima cosa che mi colpisce è il terribile odore di putrefazione... anzi, no, è un odore diverso, quello della cancrena.
Purtroppo davanti ai miei occhi c'è la bella gatta dagli occhi verdi, vittima sicura di un'auto che le ha fracassato un femore. Sembra in coma. A giudicare dallo stato avanzato di disidratazione e di cancrena della zampa fratturata si trova in quelle condizioni da almeno tre giorni.
- Sta morendo vero? - la ragazza mi guarda con un misto di speranza e disperazione...
- era a terra nel cortile di una casa... con tutte le mosche addosso... quando sono passata ha alzato la testa e mi ha guardato... non potevo lasciarla! I proprietari della casa hanno detto che il gatto non era il loro! -
Prendo coraggio e tiro la gatta fuori dallo scatolo. E' completamente abbandonata, non reagisce, ma al tatto mi sembra calda. Passo a guardare la zampa. La frattura è scoperta e la zampa posteriore è ormai perduta, piena di vermi che brulicano nella ferita. Prendo il termometro e vedo la temperatura. 39,5°.
La micia, sempre tenendo gli occhi ben chiusi, incomincia a FUSARE!!!
Ha la febbre, questo vuol dire che il suo organismo non si è ancora arreso alla cancrena ed alla disidratazione. La parte superiore della coscia ha ancora un colore roseo.
Una dose massiccia di anestetico e le atroci sofferenze di questa gatta sarebbero finite... eppure lei sta facendo le FUSA!
Contatto la mia vet. di fiducia che mi consiglia flebo reidratante e antibiotico in vena, ma lei è in Puglia, e se la gatta si riprende comunque non può operarla... ma noi tentiamo!
Una volta che somministrai soluzione fisiologica ed antibiotico in vena per alcune ore la gatta incominciò a reidratarsi. Durante tutto il tempo della terapia, mentre la ripulivo dalle larve di mosca (bleah) continuò a fare le fusa, mantenendo quei suoi bellissimi occhi verdi chiusi.
Ho sempre creduto che pensasse di trovarsi in un sogno e che al riaprirsi degli occhi tutto sarebbe scomparso...
Nel frattempo riuscii a contattare una veterinaria che gestiva un rifugio per randagi in provincia di Napoli. La conoscevo perchè collaborava saltuariamente con la sezione della lega di Capri. Le spiego la terapia messa in atto e le chiedo se non sia il caso di reidratarla e somministrarle antibiotici per un paio di giorni prima di procedere all'amputazione della zampa, ma lei fu irremovibile. La gatta andava operata subito!
- Mettila in un trasportino grande, qui ho tutte le gabbie piene, così dopo operata la tengo un paio di giorni prima di rimandartela. -
In serata la gatta si era alzata su tre zampe e si era recata a bere, bene... adesso avrebbe "solo" dovuto superare l'intervento! La mattina sistemo la micia nel trasportino più grande che ho e la do a S. che si era offerta di portarla nell'ambulatorio (P.S.= fino a due/tre anni fa sull'isola non c'era un veterinario stabile) e la gatta parte per un lungo viaggio.
Alle 13.30 squilla il telefono, era la vet.: - Ho operato la gatta, l'ho anche sterilizzata, ma qui non posso tenerla, l'ho fatta mettere sull'aliscafo delle 13.00 - (!!!!)
Faccio presente che Napoli-Capri 50 minuti, casa mia-porto a piedi 30 minuti e con la funicolare dipende dalle code!!!
Insomma corsa a perdifiato per recuperare la povera micia. Quando prendo il trasportino sono convinta che la gatta sia morta! Invece è ANCORA completamente anestetizzata. Telefonata alla vet. che mi risponde: - era grave, se non si risveglia PAZIENZA - !!!
Contando fino a duemila faccio altra soluzione fisiologica in vena, in modo da aiutarle a smaltire l'anestetico, e per farle abbassare la temperatura (non dimentichiamoci che questa povera gatta ha fatto Capri-Na - amputazione-sterilizzazione e ritorno in 5 ore nel mese di AGOSTO!)
Verso sera Minni, ormai questo era il suo nome, si risveglia completamente e va a bere... ed io tiro un sospiro di sollievo!
Ma, il giorno dopo...
eh eh eh eh...
La mattina dopo l'intervento mi alzo di buonora per controllare la micetta. Sei ore prima stava benissimo, perciò prendo un po' di cibo e mi avvicino contenta alla cuccia. L'unico segno di vita della gatta è il suo sguardo obliquo smeraldo... ma non si muove!!!
COMPLETAMENTE PARALIZZATA!
Non vi dico la mia disperazione, tanta fatica, corse, contatta veterinari e poi... questo!
La dottoressa che l'aveva operata mi dice che probabilmente è lo shock per l'intervento, ma io sono piuttosto perplessa. La gatta camminava già a tre zampe, e la sera si era alzata per andare a bere... no, proprio non mi convince.
Alla fine, insieme alla mia veterinaria di fiducia pensiamo che la gatta abbia avuto una trombosi, cosa purtroppo frequente in interventi di amputazione. Ma sono convinta che se Minni non fosse stata messa per strada con quel caldo pazzesco subito dopo operata non sarebbe successo nulla...
Cominciai subito una terapia appropriata per le trombosi, sperando che presto Minni si riprendesse, ma i giorni passavano senza alcun miglioramento.
Minni muoveva soltanto la testa, le zampe anteriori, quella posteriore e persino la coda erano irrigidite ed immobili. Dovevo imboccarla, cambiarle il fianco su cui giaceva ogni due/tre ore, lavarla poichè non poteva fare i suoi bisogni normalmente.
A turno con mia madre le massaggiavamo le zampette, le piegavamo le articolazioni, in modo che non perdesse completamente il tono muscolare e soprattutto per alleviarle il dolore portatole dai crampi... insomma fisioterapia.
Minni sembrava comunque felice di tutti questi trattamenti, mostrava il suo disappunto solo quando la immergevo in una bacinella per lavarla. Allora i suoi stupendi occhi verdi si riducevano a due fessure e lampeggiavano.
Ma la vera angoscia la provava quando sentiva ronzare gli insetti, sicuramente ricordava quando le mosche le avevano deposto le uova nella zampa ferita!
Il mese di agosto finì e così le mie ferie, poi passò anche settembre e la gatta non mostrava alcun miglioramento. Ad ottobre fui costretta a chiedermi se fosse giusto mantenere un gatto come un vegetale... la risposta fu negativa. Minni era completamente dipendente da noi, persino per bere. Non era affatto giusto... telefonai alla dottoressa e fissammo un appuntamento. Erano trascorsi tre mesi, oramai non c'era più nulla da fare.
Con la morte nel cuore decidemmo per l'eutanasia. Era l'ultimo martedì di ottobre, ed il vet. sarebbe venuto il giovedì...
(continua)
E' mercoledì. Vado a lavoro dopo aver accudito Minni. Confesso che non l'ho quasi guardata, mi fa troppo male la decisione che ho DOVUTO prendere, ma le mie giornate lavorative sono pienissime, e accudire la gatta peserebbe soltanto su mia madre. Lei si occupa volentieri di Minni, ma continuo a ripetermi che non è giusto mantenere un animale in quelle condizioni.
Telefonata di mezzogiorno: Minni ha mangiato, ha fatto cacca, insomma tutto "normale", purtroppo.
Sono le 19 quando torno a casa ed apro la porta della mia stanza. I miei avevano un impegno e sono fuori. Minni è al solito posto sul mio letto, gira gli orecchi verso la porta. (Occhi ed orecchi sono le uniche cose che muove...).
Quando sta da sola la mettiamo girata verso la finestra, così può guardare fuori... che tristezza! Dentro di me la convinzione che costringerla ancora a vivere così è soltanto egoismo. Del resto sia la mia vet. di fiducia che quella che l'ha operata hanno detto che tre mesi senza alcun miglioramento non lasciano alcuna speranza.
Sul letto c'è un biglietto di mia mamma, dato che non c'incontriamo quasi mai abbiamo l'abitudine di lasciarci bigliettini... ma questo non è un bigliettino... è un cartello scritto a caratteri cubitali...
- EVVIVA LA GATTINA SI E' LAVATA!!! -
...lavata? come lavata? ma se non allunga neanche il collo? Confesso che penso ad un'invenzione di mia madre per evitare l'eutanasia...
ma mentre carezzo Minni noto che ha una minore rigidità del collo. Allora prendo un po' di omogenizzato e glielo spalmo su una zampa anteriore... e lei allunga il collo e lo lecca!
IL PRIMO SEGNO DI CAMBIAMENTO DOPO MESI!
Inutile dirvi che l'eutanasia è immediatamente RIMANDATA!
Da quel giorno in cui Minni aveva ricominciato a lavarsi la strada fu tutta in discesa!
In pochi giorni ricominciò a muovere la coda, poi le zampe anteriori ed infine anche quella posteriore e... voilà, si alzò e camminò come se non avesse mai fatto altro!
Non ho mai capito se davvero fosse stata colpita da una trombosi, oppure se la sua paralisi fosse dovuta davvero allo shock postoperatorio... ed anche la sua ripresa, diciamo in extremis, ha qualcosa di miracoloso (o di furbesco). Comunque, per evitarle qualsiasi altro stress, Minni rimase a casa nostra.
(Forse non vi ho detto che la ragazza che l'aveva trovata era disposta ad adottarla...).
Della sua bruttissima avventura, oltre a sole tre zampe, le rimasero un leggero strabismo ed una paura folle del ronzio degli insetti... bastava che sentisse volare una mosca che correva a nascondersi sotto il letto!
Nonostante il suo handicap correva come un treno, era sempre la prima a correrci incontro quando rientravamo in casa.
E nei suoi occhi verdi, quando alzava la testa ed incrociava il tuo sguardo, potevi leggere un'infinita gratitudine...
(mia mamma diceva sempre che Minni ci guardava con occhi da cane... tanto per darvi un'idea!)
EPILOGO
Da qualche anno Minni non è più con noi. Purtroppo un tumore ce l'ha portata via all'età di undici anni. Era così attaccata alla vita che nonostante avesse l'addome ed i polmoni pieni di liquido continuava a mangiare. Quando le abbiamo fatto la puntura stava stesa al sole, con le ultime forze si era trascinata fuori, per godere fino all'utimo della vita che comunque era stata abbastanza buona con lei.
Ancora oggi mi mancano i suoi occhi obliqui, la sua andatura saltellante, ed il suo carattere dolce, caparbio ed affettuoso.

Minni era una gattina davvero speciale, ed anche adesso, a quasi quattro anni dalla sua scomparsa, ci manca tantissimo...
postato da: amicidigreta alle ore 16:19 | Link | commenti (2)
categoria:animali disabili, storie di animali speciali, storie - gatti paralizzati, storie - gatti 3 zampe, storie - gatti ex-paralizzati, ex-paralizzati gatti -minni, ex-disabili
categoria:animali disabili, storie di animali speciali, storie - gatti paralizzati, storie - gatti 3 zampe, storie - gatti ex-paralizzati, ex-paralizzati gatti -minni, ex-disabili
Jacque ha fondato il Centro Doggy Paddle Swim Centre, unico nel suo genere, per il suo cane che aveva perso l'uso delle zampe posteriori dopo un'embolia. "Dopo sei mesi di nuoto Ubud ha ricominciato a camminare".
http://larrestodelcarlino.myblog.it/archive/2010/03/18/gatto-australiano-adora-nuotare-in-piscina.html
http://larrestodelcarlino.myblog.it/archive/2010/03/18/gatto-australiano-adora-nuotare-in-piscina.html
24/03/2010
Gatto australiano adora nuotare in piscina
Dove l'acqua è più blu
Un micio ha sfatato il mito della famosa paura felina dell'acqua facendo tutti i giorni il bagno in piscina.
Prinny, un persiano che vive a Melbourne in Australia, si tuffa tutti i giorni insieme al suo amcio Bandit, un cane da pastore, al Doggy Paddle Swim Centre.
Bandit fa nuoto tutti i giorni, per curarsi il mal di schiena e il gatto lo segue in acqua, per gioco.
Jacque Olsen, la padrona del Centro, ha dichiarato: "Non ho mai visto un gatto nuotare e divertirsi tanto a farlo.

Bandit è arrivato qui con seri problemi alla schiena e il suo padrone mi ha rivelato che a casa era abituato a nuotare con Prinny, il suo amico gatto.
A quel punto gli detto di portare anche lui la volta successiva. Non appena Prinny ha visto Bandit in acqua si è tuffato senza pensarci due volte!"
Jacque ha fondato il Centro, unico nel suo genere, per il suo cane che aveva perso l'uso delle zampe posteriori dopo un'embolia.
"Dopo sei mesi di nuoto Ubud ha ricominciato a camminare", ha dichiarato la donna.

Il Doggy Paddle swim centre si occupa della riabilitazione di più di 150 cani. E del divertimento di un gatto.
Fonte: Herald Sun
http://cryptozoologynews.blogspot.com/2010/03/soggy-moggy-enjoys-swimming-pool.html
Un micio ha sfatato il mito della famosa paura felina dell'acqua facendo tutti i giorni il bagno in piscina.
Prinny, un persiano che vive a Melbourne in Australia, si tuffa tutti i giorni insieme al suo amcio Bandit, un cane da pastore, al Doggy Paddle Swim Centre.
Bandit fa nuoto tutti i giorni, per curarsi il mal di schiena e il gatto lo segue in acqua, per gioco.
Jacque Olsen, la padrona del Centro, ha dichiarato: "Non ho mai visto un gatto nuotare e divertirsi tanto a farlo.

Bandit è arrivato qui con seri problemi alla schiena e il suo padrone mi ha rivelato che a casa era abituato a nuotare con Prinny, il suo amico gatto.
A quel punto gli detto di portare anche lui la volta successiva. Non appena Prinny ha visto Bandit in acqua si è tuffato senza pensarci due volte!"
Jacque ha fondato il Centro, unico nel suo genere, per il suo cane che aveva perso l'uso delle zampe posteriori dopo un'embolia.
"Dopo sei mesi di nuoto Ubud ha ricominciato a camminare", ha dichiarato la donna.

Il Doggy Paddle swim centre si occupa della riabilitazione di più di 150 cani. E del divertimento di un gatto.
Fonte: Herald Sun
http://cryptozoologynews.blogspot.com/2010/03/soggy-moggy-enjoys-swimming-pool.html
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postato da: amicidigreta alle ore 14:39 | Link | commenti
categoria:animali disabili, storie di animali speciali, storie - cani paralizzati, consigli - cane paralizzato, storie - cani ex-paralizzati, ex-paralizzati cani -ubud, ex-disabili
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http://www.fuoridalcoro.org/news.aspx?id=763&id_categoria=7
La medicina fa passi da gigante, ma non soltanto per gli esseri umani! Anche per i nostri carissimi amici a quattro zampe si aprono prospettive prima inaudite. Il bassotto a pelo lucido Henry - sei anni di vita - era ormai paralizzato da novembre, dopo aver subito alcune ernie del disco. Ora, invece, il piccolo Henry riesce di nuovo a camminare e ad agitare la sua coda. Tutto questo grazie a un trattamento messo a punto dagli scienziati della Cambridge Veterinary School, che hanno prelevato cellule dal suo naso per poi iniettarle nella spina dorsale. La padrona, Sarah Beech - 34enne di Birmingham - non sta più nella pelle, specialmente dopo che il suo veterinario le aveva addirittura consigliato di sopprimere Henry. Ma Henry invece è qua, e non possiamo che augurargli di trascorrere ancora tantissimi anni con la sua affezionata proprietaria!
http://larrestodelcarlino.myblog.it/archive/2009/10/13/cane-paralizzato-riesce-a-camminare-di-nuovo.html
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15/10/2009
La medicina fa passi da gigante, ma non soltanto per gli esseri umani! Anche per i nostri carissimi amici a quattro zampe si aprono prospettive prima inaudite. Il bassotto a pelo lucido Henry - sei anni di vita - era ormai paralizzato da novembre, dopo aver subito alcune ernie del disco. Ora, invece, il piccolo Henry riesce di nuovo a camminare e ad agitare la sua coda. Tutto questo grazie a un trattamento messo a punto dagli scienziati della Cambridge Veterinary School, che hanno prelevato cellule dal suo naso per poi iniettarle nella spina dorsale. La padrona, Sarah Beech - 34enne di Birmingham - non sta più nella pelle, specialmente dopo che il suo veterinario le aveva addirittura consigliato di sopprimere Henry. Ma Henry invece è qua, e non possiamo che augurargli di trascorrere ancora tantissimi anni con la sua affezionata proprietaria!
(da Dailymail.co.uk)
http://larrestodelcarlino.myblog.it/archive/2009/10/13/cane-paralizzato-riesce-a-camminare-di-nuovo.html
15/10/2009
Cane paralizzato riesce a camminare di nuovo
Camminare a naso
Un bassotto nano che aveva perso l'uso delle gambe è riuscito a camminare di nuovo grazie a un intervento innovativo messo a punto dall'Università di Cambridge.

Dopo il successo ottenuto con Henry, gli scienziati sperano che il trattamento potrà essere usato anche con gli umani affetti da gravi lesioni alla spina dorsale.
Il cagnolino era rimasto paralizzato lo scorso novembre, a causa della rottura di un disco della colonna vertebrale.
Adesso Henry, che ha sei anni, ha ricominciato a camminare e a muovere la coda grazie a un intervento degli studiosi della Cambridge Veterinary School che gli hanno prelevato alcune cellule dal naso e le hanno introdotte nella spina dorsale.
"E' incredibile, credevo che Henry non avrebbe mai più mosso un passo", ha dichiarato Sarah Beech, la padrona del bassottino.

"Prima dell'intervento era depresso, non riusciva ad abituarsi alla nuova condizione di immobilità.
Ma adesso sta molto meglio, riesce a fare piccoli passi e soprattutto scodinzola per mostrare la sua felicità.
I dottori mi hanno detto che tra un anno camminerà quasi normalmente".
Henry aveva perso l'uso delle gambe da un giorno all'altro.
"Una mattina l'ho preso in braccio e ha guaito, due giorni dopo non camminava più. L'ho fatto operare una prima volta alla spina dorsale per tentare di alleggerire la pressione del disco, ma non ha funzionato.

Quando ho sentito parlare di questo nuovo intervento per animali paralizzati, non ho avuto alcun dubbio e ho contattato la struttura che ha inserito Henry nel processo di sperimentazione. Ha funzionato!"
Fonte: Daily Mail
Foto: Geoff Robinson Photography
Un bassotto nano che aveva perso l'uso delle gambe è riuscito a camminare di nuovo grazie a un intervento innovativo messo a punto dall'Università di Cambridge.

Dopo il successo ottenuto con Henry, gli scienziati sperano che il trattamento potrà essere usato anche con gli umani affetti da gravi lesioni alla spina dorsale.
Il cagnolino era rimasto paralizzato lo scorso novembre, a causa della rottura di un disco della colonna vertebrale.
Adesso Henry, che ha sei anni, ha ricominciato a camminare e a muovere la coda grazie a un intervento degli studiosi della Cambridge Veterinary School che gli hanno prelevato alcune cellule dal naso e le hanno introdotte nella spina dorsale.
"E' incredibile, credevo che Henry non avrebbe mai più mosso un passo", ha dichiarato Sarah Beech, la padrona del bassottino.

"Prima dell'intervento era depresso, non riusciva ad abituarsi alla nuova condizione di immobilità.
Ma adesso sta molto meglio, riesce a fare piccoli passi e soprattutto scodinzola per mostrare la sua felicità.
I dottori mi hanno detto che tra un anno camminerà quasi normalmente".
Henry aveva perso l'uso delle gambe da un giorno all'altro.
"Una mattina l'ho preso in braccio e ha guaito, due giorni dopo non camminava più. L'ho fatto operare una prima volta alla spina dorsale per tentare di alleggerire la pressione del disco, ma non ha funzionato.

Quando ho sentito parlare di questo nuovo intervento per animali paralizzati, non ho avuto alcun dubbio e ho contattato la struttura che ha inserito Henry nel processo di sperimentazione. Ha funzionato!"
Fonte: Daily Mail
Foto: Geoff Robinson Photography
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http://www.lacollinadeiconigli.net/index.php?cat=articoli&arg=animali_disabili_meggy
La storia di una coniglia
ex-paralizzata
oggi Meggy è una coniglietta assolutamente autonoma sotto ogni punto di vista.Guarda le foto e LEGGI TUTTA LA STORIA QUI: http://www.lacollinadeiconigli.net/index.php?cat=articoli&arg=animali_disabili_meggy
La storia di una coniglia
ex-paralizzata
Meggydi Sara
Meggy è arrivata in associazione (La Collina dei Conigli) ad aprile 2009. Aveva una lesione alla spina dorsale ed era paralizzata: aveva perso il controllo della parte posteriore del corpo, delle zampone e della vescica, che doveva essere spremuta manualmente più volte al giorno. Nel giro di un paio di mesi ha ricominciato a fare pipì da sola e ha riacquistato parzialmente l'uso delle zampe posteriori. | ![]() |

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Il miracolo di Bruno: un dobermann paralizzato che ha ricominciato a correre grazie alla fisioterapia e l'idroterapia. Videostoria
http://www.youtube.com/watch?v=13HayNa7Yzs
www.youtube.com/watch?v=0ZEAgj-kPGU
www.youtube.com/watch?v=uUhGjNqfrpw
www.youtube.com/watch?v=ODMrBfQR5fA
www.youtube.com/watch?v=lxAPyRkCZXM
www.youtube.com/watch?v=RUZHFeYslnQ
www.youtube.com/watch?v=JJAyvjdr9ys
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Era paralizzata! Guarda il filmato di Soffietta completamente guarita
http://www.youtube.com/watch?v=ibabDcB24p0
Cesare Verderame, pranoterapeuta in Milano, ha guarito anche animali. Guarda il filmato della gattina Soffietta completamente guarita. www.cesareverderame.it. Testimonianza: http://www.cesareverderame.it/Pagine/...
SOFFIETTA DIVENTA PUFFETTA
Quando il mio gatto Oliver ebbe l'incidente decise autonomamente di non andare più a zonzo...Allora, grata del fatto che fosse ancora vivo, chiamai l'associazione randagi chiedendo di adottare un gatto che nessuno avrebbe mai voluto. Dopo tre giorni mi dissero che una gattina (già adulta) era stata ritrovata con gravissime ferite da percosse (era stata bastonata al centro della colonna vertebrale) e di conseguenza aveva riportato dei danni neurologici irreversibili per i quali era soprannominata una gatta "raso terra"....In sostanza la parte anteriore del corpo e le zampe erano erette, mentre il restante si trascinava paralizzato...
Quando sono andata a prenderla era chiusa da più di tre mesi in una gabbia di pochi centimetri. L'addetta aprendo lo sportello che mi separava da lei, mi avvisò che era quasi impossibile toccarla perchè la gatta per il terrore ringhiava e soffiava con tutte le sue (poche) forze...di qui il suo primo nome: Soffietta. L'amore di Oliver, il mio, la voglia di vederla di nuovo fare un saltino anche di pochi centimetri, hanno portato Soffietta a stare in piedi nella parte posteriore, seppur con una visibile "curva" al centro della colonna e dei "testa coda" ogni volta che la sua parte posteriore avrebbe dovuto girare sincronizzata con tutto il resto. Inoltre, Soffietta aveva paura del mondo, non aveva la forza di sentirsi fiduciosa, le ferite della violenza non l'avevano ancora abbbandonata.
Un fortunato giorno Soffietta arriva da Cesare e ne esce completamente trasformata nel corpo, nello spirito e nel carattere: colonna vertebrale DRITTA, NIENTE TESTA CODA, FUSA A GO GO, NO PAURA DEGLI UMANI. Ma soprattutto quanto Cesare le ha dato è la sensazione di profondo calore che aveva dimenticato (neppure io e Oliver c'eravamo riusciti, seppur con tanto impegno). L'appagamento che lenisce le ferite ha operato una profonda e CONTINUA traformazione, sotto gli occhi increduli delle persone che conosciamo e che notano OGNI GIORNO i suoi progressi.Adesso che è tornata alla sua naturale integrità, il suo nome è cambiato: PUFFETTA LA DOLCE....come Cesare che solo per amore di donare le ha ridato una nuova vita. GRAZIE da parte di Cristina & Oliver!
Cristina
http://www.youtube.com/watch?v=ibabDcB24p0
Cesare Verderame, pranoterapeuta in Milano, ha guarito anche animali. Guarda il filmato della gattina Soffietta completamente guarita. www.cesareverderame.it. Testimonianza: http://www.cesareverderame.it/Pagine/...
SOFFIETTA DIVENTA PUFFETTA
Quando il mio gatto Oliver ebbe l'incidente decise autonomamente di non andare più a zonzo...Allora, grata del fatto che fosse ancora vivo, chiamai l'associazione randagi chiedendo di adottare un gatto che nessuno avrebbe mai voluto. Dopo tre giorni mi dissero che una gattina (già adulta) era stata ritrovata con gravissime ferite da percosse (era stata bastonata al centro della colonna vertebrale) e di conseguenza aveva riportato dei danni neurologici irreversibili per i quali era soprannominata una gatta "raso terra"....In sostanza la parte anteriore del corpo e le zampe erano erette, mentre il restante si trascinava paralizzato...
Quando sono andata a prenderla era chiusa da più di tre mesi in una gabbia di pochi centimetri. L'addetta aprendo lo sportello che mi separava da lei, mi avvisò che era quasi impossibile toccarla perchè la gatta per il terrore ringhiava e soffiava con tutte le sue (poche) forze...di qui il suo primo nome: Soffietta. L'amore di Oliver, il mio, la voglia di vederla di nuovo fare un saltino anche di pochi centimetri, hanno portato Soffietta a stare in piedi nella parte posteriore, seppur con una visibile "curva" al centro della colonna e dei "testa coda" ogni volta che la sua parte posteriore avrebbe dovuto girare sincronizzata con tutto il resto. Inoltre, Soffietta aveva paura del mondo, non aveva la forza di sentirsi fiduciosa, le ferite della violenza non l'avevano ancora abbbandonata.
Un fortunato giorno Soffietta arriva da Cesare e ne esce completamente trasformata nel corpo, nello spirito e nel carattere: colonna vertebrale DRITTA, NIENTE TESTA CODA, FUSA A GO GO, NO PAURA DEGLI UMANI. Ma soprattutto quanto Cesare le ha dato è la sensazione di profondo calore che aveva dimenticato (neppure io e Oliver c'eravamo riusciti, seppur con tanto impegno). L'appagamento che lenisce le ferite ha operato una profonda e CONTINUA traformazione, sotto gli occhi increduli delle persone che conosciamo e che notano OGNI GIORNO i suoi progressi.Adesso che è tornata alla sua naturale integrità, il suo nome è cambiato: PUFFETTA LA DOLCE....come Cesare che solo per amore di donare le ha ridato una nuova vita. GRAZIE da parte di Cristina & Oliver!
Cristina
postato da: amicidigreta alle ore 14:53 | Link | commenti
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