giovedì 8 dicembre 2011

libri 3 b

martedì, 30 giugno 2009
Totti: in uscita il nuovo libro 'Quando i bambini fanno ahò' con la storia dei ragazzi disabili iscritti alla sua scuola calcio


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Totti, in uscita il nuovo libro "Quando i bambini fanno ahò"

E' in arrivo il prossimo libro di Francesco Totti, "Quando i bambini fanno ahò", che racconterà la storia dei ragazzi disabili iscritti alla sua scuola calcio. Un progetto che sta dando tante gioie al Capitano: "Pensi che devi aiutarli a capire molte cose - ha puntualizzato - poi scopri che sono loro a insegnare tante cose a te".


La copertina del libro "Quando i bambini fanno ahò" di Francesco Totti


"Tutta la mia vita ruota intorno al calcio. Quando giochi da professionista ti capita di incontrare tante persone, di conoscere tante realtà, anche inaspettate. E hai la possibilità di fare cose che, normalmente, non riesci a fare. Ho sempre detto che mi piacerebbe lavorare con i bambini, in futuro.

In realtà, parte di questo mio lavoro è già iniziato. Ho una scuola calcio, all’Axa, nel centro sportivo della Longarina, che seguo da vicino insieme a mio fratello Riccardo. Lui, veramente, è il presidente. Quattro anni fa, il direttore generale della mia scuola, Carlo Sorbara, ha conosciuto la dottoressa Enrica Nisi, una psicologa-psicoterapeuta che lavora con i ragazzi disabili. È stata lei a proporci di inserire i ragazzi disabili nella scuola calcio. Sul momento abbiamo pensato che fosse un’operazione di solidarietà. Che, insomma, avremmo dovuto accogliere questi ragazzi gratis. Invece no. In realtà, la dottoressa Nisi ci ha fatto capire che la loro esigenza non era quella di avere a disposizione un campo su cui giocare a pallone, quanto l’opportunità di frequentare una vera scuola calcio.

Con veri istruttori, esattamente come succede a tutti. Ecco, era proprio questo ciò che volevano, essere trattati al pari di tutti gli altri ragazzi. All’inizio ci sembrava impossibile. Perché, ovviamente, loro non sono come tutti gli altri. Ma la dottoressa ci ha convinto, l’idea ci è piaciuta molto e così siamo partiti. Per lo più sono ragazzi con un ritardo mentale, affetti da diversi tipi di disabilità intellettiva oppure da sindrome di Down. Prima di cominciare, abbiamo girato un video insieme a tutti i ragazzi. Fa uno strano effetto rivederlo ora. Giacomo, per esempio, era davvero piccolo. Parlava poco. Si vedeva che era un bambino allegro, ma era come bloccato.

Faceva fatica a socializzare con gli altri. Adesso, invece, non sta mai zitto. Non parla ancora molto bene. È nato con una grave cardiopatia, a causa della quale ha dovuto subire parecchi interventi chirurgici al cuore, che oggi funziona al settanta per cento. I farmaci che ha dovuto assumere tra un’operazione e l’altra gli hanno provocato la perdita dell’udito, ma non la voglia di scherzare o di comunicare. I suoi compagni di scuola mi hanno confidato che non fa che raccontare barzellette. Scommetto che dirà pure quelle su di me! Andrea, invece, all’inizio era molto timido.

Ora è cresciuto, è più alto e soprattutto ha capito come si calcia un pallone. Anche perché prima, del pallone, non gli importava niente. Adesso, invece, è diventato un super tifoso della Roma e mio. La sua cameretta è piena di poster, calendari, foto, ma non credo che abbia avuto scelta, perciò non me ne posso vantare più di tanto. Grazie all’esperienza della scuola calcio, ho capito che concetti banali per tutti possono essere incomprensibili per qualcuno. Come, per esempio, sapere in quale porta bisogna tirare. Chi è l’avversario. E che, per vincere, si deve fare gol. Ma anche quello di “vincere” può essere un concetto molto relativo. Ed è questo il bello di un progetto così. Cominci pensando che devi insegnare ai ragazzi qualcosa, che devi aiutarli a capire, a integrarsi e poi,all’improvviso, scopri che sono stati loro ad aver insegnato qualcosa a te".

Fonte: Il Messaggero (19/05/2009)
postato da: amicidigreta alle ore 14:18 | Link | commenti
categoria:libri

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