martedì 20 dicembre 2011

storie dis 20

lunedì, 15 marzo 2010
http://noncontromaper.splinder.com/post/8981507

Josè e Liù

scritto da samuelesiani il domenica, 20 agosto 2006,08:49
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Quello di oggi è un post particolare: tratta della storia di Josè e Liù, due cani dai quali si può imparare. Devo però premettere che il senso di questo post è ben lontano dai servizi pietosi del pietoso Studio Aperto, quelli in genere accompagnati da musiche tristi, a modi Adagio di Albinoni con cani tristi che tristemente guardano la telecamera. Questa storia non vuole, infatti, essere sdolcinata e "lagrimevole" (ripeto, niente musiche tristi!). Da essa possiamo semmai, in modo utile e intelligente, imparare qualcosa di più sulla collaborazione scevra di pietismi.
La notizia arriva da "La Stampa" di oggi (pag. 41), e a scriverla non è un giornalista sentimentale (e quindi poco serio), ma un etologo che si occupa del comportamento degli animali domestici, Pier Vittorio Molinario. Riporto qui in parte, l'articolo.
Liù è un "cane guida", non di un umano non vedente, ma di Josè, un pastore tedesco antidroga che ha perso la vista quattro anni fa (...). Non avevo mai visto un cane cieco libero di muoversi in uno spazio aperto e complesso, per giunta in compagnia, e in un certo senso con l'assistenza, di un altro cane. Liù, una giovane meticcia (...) da più di tre anni è diventata la sua ombra (...). Non so come i cani si comportino quando sono soli, ma quando sono presenti delle persone Liù non cessa per un istante di volteggiare intorno a Josè, di strusciarglisi addosso, di mordicchiargli le zampe: esattamente come fanno certi cuccioli, o anche certi cani adulti, con le madri o con altri cani di rango sociale elevato con cui siano cresciuti.
Josè (...) trae da questo turbine di omaggi ansiosi precise informazioni ambientali, in particolare sull'attenzione delle persone. (...) Così è come se José leggesse lui stesso quei segnali (...).
(Josè inoltre) si muove con sorprendente disinvoltura tra gli ingombri fissi del giardino (...). E' probabile che per orientarsi utilizzi delle mappe olfattive e dei segnali di ecolocazione , cioè delle riflessioni di suoni, come fanno i pipistrelli.
Ciò che rende meglio l'idea dello straordinario sviluppo delle percezioni non-visive di Josè è il fatto che giochi al lancio e riporto di oggetti con il proprietario. (...) è come se "udisse" il gesto del padrone che raccoglie un ramoscello e lo solleva in alto per lanciarlo. Fatto sta che si volta immediatamente a guardarlo, lo punta (...) e appena il braccio si solleva e l'oggetto solca l'aria si precipita nella direzione giusta, bloccandosi quasi sempre ad un metro da dove ha udito cadere il legnetto, e individuandolo poi con l'olfatto. 
postato da: amicidigreta alle ore 14:38 | Link | commenti
categoria:diario, storie di animali speciali, storie - cani ciechi, raduno animali disabili
lunedì, 15 marzo 2010

PIPPO

STORIA DI UN CANE E DELLA PADRONA A CUI INSEGNO' LA LIBERTA'




MI METTO IN POSA...

Post n°586 pubblicato il 10 Marzo 2010 da Passariello2







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mercoledì, 10 marzo 2010
http://larrestodelcarlino.myblog.it/archive/2010/03/04/husky-non-vedente-continua-a-tirare-la-slitta.html

10/03/2010

Husky non vedente continua a tirare la slitta

Passione cieca
Isobel, una husky di sei anni che ha perso la vista, continua tirare la slitta e a portare i turisti in giro per i territori subartici del Canada. 
cane-slitta_cieco1.jpg
 Isobel non è nata cieca, lo è diventata cinque anni fa a causa di un virus agli occhi.

I veterinari di Churchill, la città dove vive Isobel, hanno detto al suo padrone, Jenafor Ollander, che il cane non avrebbe potuto più tirare la slitta.

Ollander a quel punto l'ha messa in pensione, lasciandola casa, al caldo e al sicuro.

Ma Isobel ha avuto una reazione inaspettata: ha smesso di mangiare e di bere e si stava lasciando morire.

Nessuno si rendeva conto del perché, tutti pensavano che il problema fosse la cecità, il ritrovarsi in un mondo buio.

Invece una volta Jenafor ha portato una delle slitte a casa e ha assistito a una scena incredibile: Isobel è schizzata fuori e ha cominciato ad abbaiare e a guaire, strofinandosi contro il mezzo.

Il suo padrone ha capito che la depressione del cane dipendeva dalla nostalgia del suo lavoro, delle corse sulla neve.

Nonostante lo scetticismo dei veterinari, Jenafor ha reintrodotto Isobel tra i suoi compagni di tiro e ha ricominciato a farle trainare la slitta.
 
cane-slitta_cieco2.jpg
 Il cane ha ripreso immediatamente a bere e a mangiare ed è tornata allegra e vivace come prima.

Da allora sono passati cinque anni, Isobel continua a tirare la slitta e a portare in giro la gente ma non sta più nelle retrovie.
 
Adesso sta in prima fila, in coppia con un compagno, e guida gli altri cani.

Isobel ubbidisce ai comandi vocali di Jenafor ed evita gli ostacoli usando gli altri sensi.

Tra un po' Isobel dovrà davvero andare in pensione ma per lei c'è già pronta una coppia, con tre bambini e una slitta nuova di zecca, che la vuole adottare.
 
Fonte: CBC News
mercoledì, 10 marzo 2010

giovedì 4 marzo 2010

STORIA DI TURBO WITT CHE VUOLE VIVERE





Questa storia, come tutte quelle che scrivo, non è inventata, bensì reale.

Oggi vi racconto quella del dolce micio che con il suo carrellino ha trovato una nuova vita.

No, non parlo di Biagino di cui avete già avuto occasione di leggere su questo blog (http://dellafilosofiaedeigatti.blogspot.com/2010/01/biagy-biagino-e-la-favola-diventata.html )


Ma di WITT.


O, meglio Turbo-Witt!

Così soprannominato per la dimestichezza che ha acquisito con il carrellino: il carrellino che gli ha ridonato la capacità di spostamento e di autonomia nonostante la paralisi alle zampine posteriori.

Ebbene sì: salvato dalla soppressione di una Duezzampe che non lo voleva più a causa di quel suo problema, ha trovato una veterinaria e dei volontari che lo hanno accolto, seguito, amato.
E che gli hanno dato questo nuovo modo di tornare alla vita.
Ora, WITT cerca casa: è dolcissimo, sverminato testato Fiv e Felv e castrato.
Al momento si trova a Padova, ma, per un'adozione seria e definitiva e controlli, le volontarie sono disposte a portarlo nelle braccia della nuova famiglia.
Che ne dite? Cerchiamo una soluzione per lui?
Il carrellino verrà dato in dotazione!

Per ogni informazione: erika 348-3390104 ( dopo h 18.00 ) eriksca@tin.it
mercoledì, 03 marzo 2010
http://larcobalenodipatty.splinder.com/

mercoledì, 03 marzo 2010
commenti
Fonte: http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=1618&ID_sezione=339&sezione=News


1/3/2010 - LA STORIA
Ecco Hoppa, il "cane a rotelle"
Questa è una bellissima e commovente storia che arriva da Israele, per una volta non si parla di violenze su animali ma di amore e cure per un cucciolo a quattro zampe.

Hoppa, un cagnolino di quattro anni, è sfortunamente nato senza le due zampe anteriori, i veterinari pensavano che l'unico modo per porre fine alle sofferenze dell'animale fosse praticargli una puntura che lo facesse addormentare per sempre, ma per fortuna non è andata così.

Avi Kozi, presidente della Società Protezione Animali di Israele ha deciso di adottare Hoppa per assicurargli un futuro migliore: Kozi ha infatti realizzato una sorta di "giubotto a rotelle" per il cagnolino che ora può muoversi agilmente. «Dal momento in cui l'ho portato a casa ho capito di dover inventare qualcosa per farlo camminare» ha dichiarato a un canale tv israeliano il padrone, che nel frattempo ha anche consultato alcuni veterinari e Nir Shalom - uno studente che in passato ha già costruito strumenti per animali - per dotare Hoppa di una vera e propria protesi che gli permetta di alzarsi, sedersi e sdraiarsi, al posto della "sedia a rotelle" su cui è costretto al momento.

Anche se questo progetto non dovesse andare in porto, comunque - dichiara Avi Kozi - Hoppa se la sta cavando ugualmente benissimo con le rotelle.

martedì, 02 marzo 2010
http://www.lacollinadeiconigli.net/index.php?cat=articoli&arg=animali_disabili_meggy
La storia di una coniglia
ex-paralizzata

Meggydi Sara

Meggy è arrivata in associazione (La Collina dei Conigli) ad aprile 2009. Aveva una lesione alla spina dorsale ed era paralizzata: aveva perso il controllo della parte posteriore del corpo, delle zampone e della vescica, che doveva essere spremuta manualmente più volte al giorno.
Nel giro di un paio di mesi ha ricominciato a fare pipì da sola e ha riacquistato parzialmente l'uso delle zampe posteriori.
  oggi Meggy è una coniglietta assolutamente autonoma sotto ogni punto di vista.
Guarda le foto e LEGGI TUTTA LA STORIA QUI: http://www.lacollinadeiconigli.net/index.php?cat=articoli&arg=animali_disabili_meggy
giovedì, 25 febbraio 2010
http://www.lacollinadeiconigli.net/index.php?cat=articoli&arg=animali_disabili
Animali disabili
"Gli animali non si comportano come gli uomini. [...] Essi hanno dignità, hanno animalità." - da "La Collina dei Conigli" di Richard Adams
Accettare e convivere con l'animale disabile
Disabilità non come sofferenza e morte, ma occasione per apprezzare la voglia di vivere e per imparare a convivere con i problemi.
-. Gli animali disabili vogliono vivere
. Distinguere il nostro dolore dal loro
. Dare sostegno
. Animali disabili in Collina
. Storie di animali speciali

Gli animali disabili vogliono vivere

 C'è chi pensa che un animale disabile sia un infelice, e che il modo più umano per prendersi cura di un animale infelice sia 'farlo addormentare'. Noi guardiamo i nostri animali speciali e non riusciamo a vedere il nesso.
buffy e marcellina
Chi conosce animali disabili sa con quanta forza e quanto entusiasmo sappiano affrontare le difficoltà di ogni giorno, come si guardino intorno con aria spavalda, come se non avessero nulla che non va.
Loro hanno una grande fortuna: amano la vita senza se e senza ma, la vivono perché è la cosa più importante che hanno, e lo fanno sempre al massimo. L'amore per la vita al di là delle apparenze e dei luoghi comuni, al di là delle difficoltà e delle barriere sociali, è qualcosa che gli umani disabili conoscono bene.   ..............

Continua a leggere a questo LINK: http://www.lacollinadeiconigli.net/index.php?cat=articoli&arg=animali_disabili

Storie di conigli disabili

Raccontate dagli umani che vivono con loro.
venerdì, 19 febbraio 2010

http://www.torrettaponyclub.it/ita/pony_club/curiosita.htm
I cavalli ciechi... vedono... con i piedi

I SENSI DEL CAVALLOudito, vista, olfatto, gusto, tatto
L'udito è finissimo e forse è il suo senso più acuto, potendo cogliere ...

La vista è ottima, sia di giorno che di notte. Gli occhi ...

L'odorato è eccellente e delicato. Qualsiasi cavallo ...

Anche il tatto è delicato. La pelle del cavallo è sensibilissima, tanto che percepisce anche il più lieve contatto estraneo e reagisce con un caratteristico tremolio. Questa tipica reazione sarà notata molte volte quando una mosca si posa sulla pelle di un cavallo, anche se non lo punge.
La maggiore sensibilità del tatto però risiede nel labbro superiore e nel piede. Nel labbro superiore sporgono peli lunghi e rigidi, connessi a terminazioni nervose, grazie ai quali anche nella più assoluta oscurità l'animale può avvertire presenze estranee.
Il piede del cavallo, sebbene ricoperto da uno zoccolo corneo spesso e resistente, è dotato di una acutissima sensibilità. Grazie a questa sensibilità il cavallo riconosce la natura del terreno che percorre e sa mantenere l'equilibrio in qualsiasi condizione. Si dice che i cavalli ciechi vedono con i piedi e lo si può affermare con ragione se si pensa ai cavalli ciechi che in passato prestavano la loro opera nelle miniere e soggiornavano permanentemente nel sottosuolo.
Il gusto è sviluppato ed il cavallo lo manifesta....

LEGGETE TUTTO L'ARTICOLO A QUESTO LINK: http://www.torrettaponyclub.it/ita/pony_club/curiosita.htm

martedì, 16 febbraio 2010
http://larrestodelcarlino.myblog.it/archive/2010/02/12/cane-epilettico-salva-il-suo-badante-collassato-sulla-neve.html

16/02/2010

Cane epilettico salva il suo badante collassato sulla neve

Gentle Giant

cane_badante-collassato2.jpgUn bulldog americano che soffre di epilessia ha salvato la vita all'uomo che si prende cura di lui al Dogs Trust Evesham dove il cane vive ed è curato.
Pete Cartwright era insieme a Bentley e stavano sistemando della merce in un magazzino, nevicava e faceva molto freddo. A un tratto Pete si è accasciato sulla neve e non ha più dato segni di vita. 
Bentley è corso al rifugio e ha allertato i colleghi di Cartwright, poi li ha condotti sul posto in cui si trovava l'uomo svenuto.

Pete è stato portato all'interno del centro e avvolto in coperte pesanti, in attesa che arrivasse l'ambulanza.

Ricoverato d'urgenza in ospedale, è stato dimesso dopo tutti gli esami di routine. 
cane_badante-collassato1.jpg
Bentley lo ha aspettato tenendo sempre d'occhio l'ingresso del rifugio e quando Pete è tornato al lavoro lo ha accolto con salti e latrati di benvenuto.

"Il tempo era veramente orribile quel giorno" ha dichiarato Chris Slight, un collega di Pete, "non so cosa sarebbe accaduto se Bentley non avesse dato l'allarme".

Il cane, che Pete definisce un gigante gentile, è ancora in attesa di essere adottato e il centro ha garantito che pagherà tutte le spese necessarie alle sue cure per l'epilessia.
 
Fonte: BBC
postato da: amicidigreta alle ore 14:39 | Link | commenti
categoria:storie di animali speciali, storie - cani epilettici
mercoledì, 10 febbraio 2010

PIPPO

STORIA DI UN CANE E DELLA PADRONA A CUI INSEGNO' LA LIBERTA'




Elsa, leonessa miope che ora vede con le lenti

Post n°580 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da Passariello2

Il felino di 15 mesi, ospite dello Zoo di Aprilia, era diventato aggressivo perché non ci vedeva più. Un'équipe di volontari ha eseguito, per la prima volta, un'operazione agli occhi di questo tipo
Una paziente speciale e un'operazione mai tentata prima al mondo. Ora che la doppia cataratta congenita è stata rimossa, con l'impianto delle sue nuove lenti a contatto, Elsa, una splendida leonessa di 15 mesi chiamata come la protagonista di Nata libera, sta molto meglio: è meno impaurita e aggressiva. La sua storia è finita anche sul Daily Telegraph.

"L'animale è stato operato in due sedute, in anestesia totale. L'intervento è perfettamente riuscito", raccontano i veterinari oftalmologi Adolfo Guandalini e Nunzio D'Anna, 46 e 42 anni, che hanno lavorato gratuitamente per consentire all'animale una vita migliore. Elsa è di proprietà di una famiglia emiliana che lavora nel mondo del circo. È ospite dello Zoo di Roma, struttura per animali "star" ad Aprilia, alle porte della Capitale, dove si trovano anche la tigre dell'ultimo film di Roberto Benigni, la pantera della Passione di Cristo di Mel Gibson e il procione di Ti amo in tutte le lingue del mondo di Leonardo Pieraccioni.

"Abbiamo visitato Elsa per la prima volta a settembre. Era impaurita e nervosa perché non vedeva quasi nulla a causa dei suoi problemi agli occhi" racconta D'Anna, che ha operato l'occhio sinistro dell'animale mercoledì 2 dicembre alla clinica Roma Sud. Esattamente una settimana dopo e nella stessa struttura, Guandalini è intervenuto sul secondo occhio con una rifinitura alla lente già installata "perché leggermente sovradimensionata, e questo ha reso l'intervento un po' più complesso del previsto. Da un punto di vista tecnico, non è stato comunque particolarmente difficile". Durante le operazioni, sempre eseguite con apparecchiature a ultrasuoni come il facoemulsificatore, Elsa è stata anestetizzata e intubata.
"Al mondo altri 5 o 6 leoni sono stati operati di cataratta, ma per la prima volta sono state installate lenti nuove sull'animale, peraltro donate dall'azienda berlinese che le ha prodotte, che ora le permetteranno una vita perfettamente normale. Il suo campo visivo, infatti, era stato fino ad allora molto limitato. Noi abbiamo dovuto frantumare e aspirare le lenti catarattose che aveva dalla nascita per impiantare quelle nuove" dicono ancora i veterinari.

A causa della sua malformazione, Elsa aveva sofferto anche una significativa perdita di peso, arrivando a circa 100 chili. "Entrambe le sedute - dice ancora D'Anna - sono durate circa 35 minuti. E' il primo leone su cui siamo intervenuti". Ora Elsa si sta riprendendo dalle operazioni: "È sempre stata una leonessa scontrosa perché impaurita" conferma il titolare dello Zoo delle star di Aprilia, il romeno Daniel Berquiny, 58 anni, stuntman, attore e fornitore degli animali per il cinema italiano. "Ora - conclude l'addestratore - ha i comportamenti tipici della cucciola, ed è molto più fiduciosa. In fondo non ha nemmeno un anno e mezzo. È una bimba, e ha anche ripreso un po' di peso. Sta molto bene con le sue nuove lenti".


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